Da due mesi per i cittadini di Abbiategrasso, località Castelletto, trovare la posta nella propria cassetta delle lettere è diventata una rarità. È da febbraio 2016 che si lamenta un disservizio delle Poste abbiatensi. Amara sorpresa, soprattutto in periodo di referendum, per chi attendeva il duplicato della tessera elettorale, costretto quindi a recarsi negli uffici comunali

3 APRILE 2016

di Elisa Tuzio

ABBIATEGRASSO (MILANO) – Controllare quotidianamente, ancora in pigiama, la cassetta della posta e sperare di non trovare quella bolletta dell’elettricità, sempre troppo alta, per i cittadini di Abbiategrasso non è più un sogno. Da due mesi, percorrendo il vialetto o scendendo le scale, di corsa o ancora assonnati, immaginando chissà quali sorprese si nascondono dietro quello sportellino, gli abbiatensi una sorpresa la trovano, ma amara: nessuna lettera, bollettino, avviso di prestito bibliotecario scaduto o estratto conto della banca. E neanche il rumore in lontananza del motorino del postino che sta arrivando, sempre in fretta e furia, a consegnare quella multa che eri sicuro di aver preso non tanto tempo fa, su quella strada che non avevi mai fatto.

“Cos’è successo dunque al servizio postale?”

Se lo domandano i cittadini e il MoVimento Cinque Stelle di Abbiategrasso, che tramite il suo portavoce Mouslih cerca di fare luce sul misterioso disservizio a Castelletto. “All’inizio avevamo pensato a una strana malattia che avesse lasciato esamine i poveri postini, poi si fosse diffusa”, ma nessuna di queste la vera causa, che ancora non è nota. E i grillini chiedono di far chiarezza, soprattutto perché anche gli abbiatensi, tra meno di venti giorni, hanno in calendario un appuntamento importante: il referendum sulle trivellazioni. A causa della mancata consegna della posta, infatti, molti cittadini non hanno ricevuto il duplicato della tessera elettorale. Senza la quale, si sa, quello del 17 aprile si rivelerebbe un appuntamento mancato. In molti sono stati costretti ad accender il motore della propria auto, invece di sentire quello dei motorini dei postini, e percorrere, non solo una rampa di scale o i dieci metri di un vialetto, ma la strada fino agli uffici comunali, per ricevere quel cartoncino fondamentale per esprimere la propria opinione su un tema rilevante nel nostro paese.

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Ma dove è finita la posta?

Problema temporaneamente risolto per le tessere elettorali, ma “Cosa ne è stato della posta?” ci si chiede. Una domanda lecita, considerando, come ricorda il portavoce Mouslih, che l’articolo 15 della Costituzione afferma: “La libertà e la segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione sono inviolabili. La loro limitazione può avvenire soltanto per atto motivato dell’autorità giudiziaria con le garanzie stabilite dalla legge”. E tante altre le domande che sorgono spontanee. In quale posto sperduto o dimenticato, o tra quali mani o sotto quali occhi è dunque finita o è stata accatastata la posta di Castelletto? O ancora dove finirà quella posta non giunta a destinazione quando ormai sarà troppo tardi per spedirla? Si spera non dove si legge in Scarti, dello scrittore statunitense Jonathan Miles: nella spazzatura. “Era tutto lì dentro, e aspettava solo di essere violato; i fascicoli segreti dell’umanità riversati settimanalmente sui marciapiedi”.