Odiamo le stesse cose? Allora siamo fatti per stare insieme. Ecco come funziona la nuova app: si chiama ‘Hater’ ed è il contrario di ‘Tinder’

16 LUGLIO 2018

di Francesca Ceriani

MILANO – Stanchi dei soliti siti di incontri e delle app che promettono di trovare ‘il principe azzurro‘? Non avete ancora provato ‘Hater‘ (letteralmente ‘che odia‘), l’app di incontri che permette di trovare persone compatibili in base alle cose in comune che si detestano.

Come funziona

L’app di Brendan Alper,lanciata l’anno scorso negli Stati Uniti, è ancora poco diffusa in Italia: si tratta di un servizio di dating online che punta a far conoscere chi odia le stesse cose. Il motto? ‘Condividi le cose che odi con chi ami‘. Il logo? Un cuore rovesciato. Una volta scaricata l’app, gli iscritti possono esprimere il proprio gradimento su oltre 3 mila argomenti. Il funzionamento è simile a quello di Tinder: per ‘votare’ un argomento basta scorrere il dito verso il basso per l’odio, verso l’alto per l’amore, a sinistra per dire che non piace, a destra che piace o, in alternativa, se non si ha un’idea precisa, si può chiudere la scheda per esprimere neutralità. A quiz completato l’app proporrà una serie di profili compatibili con i propri ‘odi’. A quel punto il funzionamento è identico a Tinder: quando si incontra una persona con cui il ‘match’ offre una percentuale molto levata, è possibile rompere il ghiaccio inviandogli un messaggio nella chat.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Cosa si può ‘odiare’

Gli iscritti possono esprimere il proprio odio verso una vasta gamma di argomenti: da Donald Trump alla marijuana, dai capelli nello scolo del lavandino alle multinazionali, da rimanere alzati fino a tardi a passare il tempo con la propria famiglia, dal jazz ai gatti. E così via. L’idea di Alper trova fondamento in tutta una serie di studi di psicologia sociale che dimostrano come un atteggiamento negativo, provato nei confronti di una persona o di un oggetto, sia in grado di unire due individui tanto quanto uno positivo. Un modo nuovo e divertente per incontrare ‘l’anima gemella‘.