Gli imprenditori calabresi sbarcano a Castano Primo e Turbigo, dove i lavori alla ferrovia diventano l’occasione per l’ennesimo scandalo, tra sub-appalti truccati, mazzette ed escort. Si scopre tutto a distanza di sette anni, perché chi doveva controllare, come al solito, non l’ha fatto

16 OTTOBRE 2016

di Attilio Mattioni

CASTANO PRIMO-TURBIGO (MILANO) – Pagavano e incassavano tangenti per aggiudicarsi gli appalti del cantiere ‘Turbigo’, relativo al potenziamento della tratta ferroviaria Castano Primo-Turbigo. Una decina di giorni fa 14 persone sono state arrestate (11 sono finite in carcere e 3 ai domiciliari) per un giro di presunte mazzette legato ai sub-appalti di una serie di opere pubbliche in tutta la Lombardia, tra le quali alcuni interventi a Malpensa e, appunto, anche il potenziamento della linea ferroviaria Castano- Turbigo. Le ordinanze di custodia cautelare in carcere sono state firmate dal Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Milano, Alessandra Simion, nell’ambito in un’inchiesta della Divisione Distrettuale Antimafia del capoluogo lombardo, coordinata dal procuratore aggiunto Ilda Boccassini e dal sostituto procuratore Bruna Albertini.

Le infiltrazioni mafiose

Gli arrestati sono accusati, a vario titolo, di associazione per delinquere e corruzione; ad alcuni di loro sono stati contestati anche illeciti di natura fiscale. Secondo gli inquirenti, la presunta associazione per delinquere sarebbe stata composta da imprenditori bergamaschi e calabresi, alcuni dei quali ritenuti vicini alla ‘ndrangheta, che avrebbero messo in piedi un sistema per alternarsi nei subappalti di numerose opere pubbliche in via di realizzazione, anche attraverso società intestate a prestanome.

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Le escort

Tra gli indagati, il nome del funzionario del Ministero dello Sviluppo Economico Pierpaolo Tondo, accusato di aver ricevuto prestazioni sessuali da parte di escort, viaggi e cene gratis in cambio di favori, peraltro solo “millantati” secondo gli inquirenti, presso l’Agenzia delle entrate. In manette è finito anche Davide Lonardoni, funzionario della ‘Nord Ing’, controllata di Ferrovie Nord Milano.

Le tangenti

Tra le opere per le quali sarebbero state pagate tangenti, c’è anche il potenziamento della linea ferroviaria tra Castano Primo e Turbigo. I lavori, dal costo totale di 61 milioni di euro, oltre 18 dei quali stanziati dalla Regione e 43 dal ministero per le Infrastrutture, sono stati effettuati tra il 2009 e il 2013, quando in entrambi i comuni governava il centrodestra, anche se gli interventi sono stati decisi dell’alto. Il potenziamento della linea ha permesso il raddoppio di 6,2 chilometri, ammodernamenti tecnologici e la realizzazione di opere di compensazione ambientale. In particolare, sono stati eliminati tutti i passaggi a livello (tre a Turbigo e tre a Castano Primo) mediante sottopassi ciclo-pedonali e per veicoli, oltre a nuove strade, che permetteranno di attraversare la ferrovia anche ai mezzi pesanti. Lavori anche alle stazioni di Castano e Turbigo.

L’imprenditore calabrese

Secondo gli inquirenti, il fulcro era un imprenditore calabrese, Salvatore Piccoli, che attraverso una sua società, la Infrasit, aveva acquisito gli appalti di numerose opere pubbliche in Lombardia, tra le quali anche quella del potenziamento della linea Castano-Turbigo. Secondo i magistrati però, di mezzo c’erano mafia, mazzette e corruzione.