Giornalisti dipinti come delinquenti per una querela per diffamazione, un’intera amministrazione descritta come incapace e una difesa imbarazzante dell’ex sindaco agli arresti, che si prepara a tornare e sembra voler dipingere se stesso come un martire. Pasqua con polemica ad Arconate, nel Milanese, dove un opuscolo patinato è stato distribuito in tutte le case: preludio, temiamo, all’avvio della causa di beatificazione per Mario Mantovani. Già pronto lo slogan: “Santo subito!” Naturalmente, si scherza
27 MARZO 2016
ARCONATE (MILANO) – C’è chi dice che stia preparando il suo ritorno, dal momento che gli arresti domiciliari pare saranno revocati ad aprile. E così Mario Mantovani ha deciso di fare gli auguri ai cittadini di Arconate a modo suo, cioè in grande stile: un giornale patinato distribuito porta a porta, con gigantografie del politico accusato di corruzione, turbativa d’asta, concussione e abuso d’ufficio. All’interno le tesi della difesa, i messaggi di solidarietà, la lettera dal carcere e i soliti insulti alla nuova amministrazione, che nel 2014 spodestò il ‘faraone’ dal suo trono, con ciò macchiandosi del reato di lesa maestà. C’è spazio pure per un attacco (immancabile) al nostro giornale e in particolare a Ersilio Mattioni e Francesco Colombo per via di una querela per diffamazione di un politico della vicina Marcallo. E c’è pure un posticino per le rivendicazioni di un ex consigliere comunale di Arconate, che non ha gradito una critica al suo operato nei panni di delegato alla Cultura fra il 2001 e il 2007 (per leggere un approfondimento su questo tema clicca qui). Insomma, gli auguri di Pasqua di Mantovani si sono trasformati per l’ennesima volta in uno scontro politico. Del resto, l’ex sindaco è sempre stato un elemento divisivo, che spacca in due l’opinione pubblica sul modello “O con me o contro di me”. In questo non è cambiato.
Gli autori
Il patinato è firmato da Samanta Rellamonti (nipote di Mantovani, già candidato sindaco nel 2014), Fabio Gamba (autista-segretario di Mantovani, già consulente con ridda di polemiche in Regione Lombardia), Gabriella Calloni (parente di Mantovani e presidente di una cooperativa, secondo la Procura a lui riconducibile), Marco Pinotti (dipendente di una cooperativa, sempre parte di quello che è stato definito ‘l’impero Mantovani‘) e da altre 8 persone (ex assessori, ex consiglieri ed ex candidati nella lista del politico). Ora è probabile che gli autori del giornalino di Pasqua saranno chiamati a rispondere di alcune affermazioni palesemente false e diffamatorie nei confronti dei giornalisti di Libera Stampa l’Altomilanese, che finora hanno sopportato ogni tipo di offese ma che potrebbero essersi stancati di leggere denigrazioni nei loro confronti.
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L’ironia
Per ora comunque il direttore del nostro sito web Ersilio Mattioni e il redattore Francesco Colombo l’hanno presa con ironia, postando su Facebook una foto con in mano il giornale patinato che annuncia al mondo la querela per diffamazione (che per un giornalista è un fatto normalissimo, sarebbe un po’ come scandalizzarsi perché un tassista ha tamponato un’auto) con la scritta “Ah, ma i delinquenti siamo noi?” e raccogliendo commenti divertiti, ‘like’ e solidarietà. Mattioni chiosa: “Nella concezione dei fedelissimi di Mantovani il mondo va alla rovescia. Cioè, la colpa sembra essere dei magistrati che fanno le indagini e dei giornalisti che le raccontano, non invece dei politici sospettati di aver commesso reati. E’ uno strano modo di intendere la vita e la democrazia. Ma non ne sono stupito”.
Le figuracce
Fra i messaggi di solidarietà, giunti a Mantovani mentre era in carcere oppure ai domiciliari, ce ne sono due che meritano una citazione. Il primo è dei Bersaglieri di Arconate, una delle storiche associazioni del paese. E ora il presidente, Attilio Bacati, deve chiarire: non si è mai visto usare il nome di un’associazione per spedire messaggi di solidarietà a un politico accusato di reati gravissimi contro la pubblica amministrazione. Il secondo invece mette di buon umore. Un fan scatenato così si rivolge all’ex sindaco di Arconate: “Il metodo marxista utilizzato dalla stampa sulla sua vicenda non ha minimamente scalfito le nostre certezze e le nostre convinzioni”. Poi chiosa: “Diceva Goebbels, ministro della propaganda marxista…” Ecco, peccato che Joseph Paul Goebbels fu uno dei più noti gerarchi nazisti, ministro della Propaganda del Terzo Reich fra il 1933 e il 1945, ministro per la Guerra totale e uomo di assoluta fiducia di Adolf Hitler. Anche se l’ignoranza è una colpa, facciamoci una risata.