Un ragazzo 27enne di Arluno, nel Milanese, è arrestato nei giorni scorsi per spaccio dopo una perquisizione nella sua abitazione, dove sono stati trovati 63 grammi di marijuana. In fase di convalida d’arresto, però, il giovane ha raccontato di non essere solo uno spacciatore d’erba, ma anche di cocaina, aggiungendo di essere disoccupato. Insomma, questo secondo ‘lavoro’ sarebbe, per così dire, una scelta obbligata per sopravvivere

9 GENNAIO 2017

di Francesco Colombo

ARLUNO (MILANO) – A suo modo C.F. – un 27enne di Arluno, nel Milanese, arrestato nei giorni scorsi per spaccio – potrebbe essere una delle tante vittime della crisi. Le forze dell’ordine si sono presentante in cantiere per notificargli un avviso di conclusione indagini preliminari e, contestualmente, hanno effettuato una perquisizione nell’abitazione del ragazzo.

L’arresto e la confessione

Lì, i militari hanno trovato 63 grammi di marijuana. A quel punto, per l’arlunese, sono scattate le manette. In fase di convalida il 27enne ha raccontato al magistrato non solo di essere spacciatore da ormai tanto tempo, ma di aver spacciato anche cocaina e di essere disoccupato, in una situazione economicamente molto difficile. In poche parole: per procurarsi i soldi per vivere, il 27enne doveva spacciare. Ora per lui si sono aperte le porte del carcere di san Vittore, dove attende il processo per i reati contestati dalla Procura a seguito dell’inchiesta che lo vede coinvolto. E’ chiaro, in questo senso, che le parole del giovane non lasciano spazio a molte interpretazioni, anche se ci sarebbe da riflettere sul vero dramma sociale che fa da sfondo a questo arresto. Ovvero l’estrema indigenza dei più giovani e la necessità di ricorrere allo spaccio per riuscire a guadagnare quattro soldi e sopravvivere.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

La difesa

Toccherà ora all’avvocato Roberto Grittini difendere il 27enne dalle accuse che gli vengono mosse e tentare di avviare un percorso virtuoso che possa portare il ragazzo, un domani, a recuperare una vita normale senza ricadere negli errori commessi in passato. Rimane da capire quale sarà l’iter giudiziario della vicenda e quanti giorni dovrà trascorrere in cella il ragazzo arlunese.