Ad Arluno, nel Milanese, i cittadini positivi sono 66. Intanto in consiglio comunale il sindaco Moreno Agolli spedisce in Regione la proposta sui tamponi ‘drive throught’ avanzata dalla Lega.
17 GENNAIO 2021
ARLUNO (MILANO) – Coronavirus, questo è lo scenario ad Arluno, nel Milanese: i cittadini positivi ai tamponi sono 66 (di cui 4 ospedalizzati, ma non interapia intensiva). Altri 9 vivono la malattia fuori Comune. I guariti sono 642, mentre i deceduti da inizio pandemia sono 32. In totale gli arlunesi che hanno avuto a che fare con il virus sono 740. Nelle scuole tutte le classi svolgono lezione in aula. Nella Rsa ‘Sandro Pertini’, infine, gli ospiti contagiati sono una decina.
La proposta della Lega
Il tema Covid-19 ha aperto anche l’ultimo consiglio comunale del 2020. Il consigliere della Lega, Nella Corrado, ha infatti chiesto all’amministrazione d’istituire un punto tamponi ‘drive throught’, dove poter svolgere il test a bordo della propria auto. La mozione leghista si è però rivelata un autogol, in seguito alla modifica in corso d’opera effettuata dalla maggioranza.
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Il contropiede della maggioranza
“La proposta è senza dubbio fatta per l’interesse della popolazione“, ha detto il sindaco Moreno Agolli. “Tuttavia l’attività di diagnostica spetta al sistema sanitario pubblico regionale. Non sarebbe corretto avere un punto tamponi a livello locale staccato da un disegno più ampio. Per questo motivo è già stato aperto un tavolo sovracomunale per aprire uno spazio gratuito per tutto il Magentino“. Poi il primo cittadino ha ribaltato la questione: “La giunta arlunese si impegnerà comunque a trasmettere alla Regione l’esortazione“. Insomma, il pungolo leghista all’amministrazione di centrosinistra è diventato in pochi minuti una richiesta indirizzata al governo lombardo, a trazione ‘salviniana’. Corrado non ha potuto che approvare l’emendamento.
La chiosa di ‘Cambiamo Arluno’
Nel finale ha preso la parola Alfio Colombo, leader della civica ‘Cambiamo Arluno’, il quale ha rincarato: “La sanità è materia regionale. Durante la ‘prima ondata’ il governatore lombardo leghista Attilio Fontana sconsigliò ai sindaci di agire da soli. Per attivare questo genere di tamponi serve un coordinamento territoriale“.