Terrorismo e mafia • fu accusato di aver portato ad Arluno la bomba che causò la morte di 5 persone

La Corte d’assise di Milano ha assolto per non aver commesso il fatto Filippo Tutino, accusato di essere stato il basista e uno degli organizzatori esterni della strage di via Palestro a Milano. Nel tragico evento del 27 luglio 1993, la cui paternità è attribuita a Cosa nostra, persero la vita cinque persone: il vigile Alessandro Ferrari, e i pompieri Carlo La Catena, Sergio Pasotto e Stefano Picerno, insieme a Moussafir Driss. Ma veniamo al ruolo del comune di Arluno in questo capitolo buio della storia italiana: le indagini degli inquirenti avevano accertato che l’ordigno esploso in via Palestro, 90 chili di tritolo bellico, sarebbe stato portato qualche giorno prima del 27 luglio all’interno di un camion che sarebbe stato nascosto ad Arluno, nei pressi dello svincolo autostradale. La bomba che avrebbe causato la terribile strage, sarebbe rimasta ad Arluno fino a qualche ora prima dell’attentato, per poi essere caricata sulla Fiat Uno rubata esplosa in Via Palestro. Dopo vent’anni di ricerca della verità, a gennaio, fu arrestato Filippo Tutino, ritenuto il basista a Milano della cupola mafiosa che organizzò l’attentato. Il 7 gennaio 2014 Tutino finì in carcere a seguito di un’ordinanza di custodia cautelare, per “concorso in strage pluriaggravata dalla finalità di terrorismo e di quella di agevolare l’attività dell’associazione mafiosa Cosa nostra”. I giudici della prima Corte d’assise hanno però annullato l’ordine di carcerazione per Filippo Tutino per i fatti di via Palestro, ma l’imputato resta comunque detenuto per altri precedenti per associazione mafiosa e traffico di droga e armi. La decisione della corte d’assise di Milano rimette in discussione gli oscuri risvolti di questa onta indelebile della nostra nazione.