Esemplari i casi di Bareggio e Castano Primo, dove la retta massima per il tempo pieno si aggira intorno ai 300 euro al mese. Davvero una rarità di questi tempi. Il primato negativo, invece, per l’asilo privato, va ad Arluno e Sedriano, dove si registrano le rette più elevate (600 euro). Ma il Nido comunale più costoso si trova a Inveruno: 640 euro di retta mensile

9 APRILE 2016

di Francesca Ceriani

ALTOMILANESE – Mandare i propri figli all’asilo nido sembra ormai un lusso che un numero sempre minore di famiglie si può permettere. Abbiamo analizzato i costi degli asili nido comunali e privati dell’Altomilanese e ci siamo accorti che – salvo qualche rara eccezione – i genitori devono spendere ogni mese qualcosa come 500 euro. Cifre alte, che diventano proibitive in tempi di crisi.

I costi

Trovate tutti i dati nella tabella: tendenzialmente i nidi comunali costano meno di quelli privati, tranne nel caso di Parabiago, dove le due rette costano allo stesso modo o poco meno, o Dairago, dove il comunale costa più del privato. Esemplari i casi di Bareggio e Castano Primo, paesi dove la retta massima per il tempo pieno per i residenti si aggira intorno ai 300 euro al mese. Davvero una rarità di questi tempi. Il primato negativo, invece, per l’asilo privato, va ad Arluno e Sedriano, dove si registrano le rette più elevate (600 euro). L’asilo nido comunale più costoso si trova invece a Inveruno: 640 euro di retta massima mensile. Per quest’anno la cifra è stata ridotta a 490 euro grazie ad alcune convenzioni, ma non è detto che tali agevolazioni siano confermate in futuro. Solo pochi paesi del nostro territorio, comunque, vantano un ampio ventaglio di proposte che comprendono sia asili comunali sia asili privati, mentre in altri, come a Bareggio, la scelta è molto ampia. In molti comuni, invece, esiste solo un tipo di nido e spesso si tratta di quello comunale.

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Le liste d’attesa

Il problema principale di molte strutture pubbliche, come alcuni genitori sapranno, sono le famose ‘liste d’attesa’: dopo aver raccolto la domanda d’iscrizione, molti nidi assegnano dei punteggi in base a criteri che variano da scuola a scuola (età del bambino, situazioni disagiate, posti disponibili ecc.) e stilano una graduatoria, nella quale non tutti i richiedenti rientrano. A differenza dei privati, però, gli asili comunali consentono di accedere a un numero maggiore di riduzioni. In diverse strutture, infatti, la retta varia in base a diversi criteri: fascia di reddito (il famoso indicatore Isee), l’iscrizione di più figli nella stessa struttura e i giorni di assenza, che in alcuni casi vengono detratti in modo completo o parziale dalla retta mensile. Situazione all’apparenza meno complessa quella dei nidi privati, dove i criteri di accesso sono più flessibili.

Part-time o full-time?

In ogni caso comunque, sia per i comunali sia per i privati, a influire sul costo della retta è soprattutto la permanenza del bambino all’interno della scuola. I genitori, nella maggior parte dei casi, possono scegliere le fasce orarie durante le quali il bambino frequenterà il nido: il part-time ha un costo ovviamente inferiore, mentre il tempo prolungato, preso da noi in considerazione, ha un costo maggiore. Altri fattori che influiscono sul costo della retta sono la residenza nel comune in cui si trova l’asilo e il pre e il post scuola, che molte strutture fanno pagare a parte, oltre la retta mensile.

I micronidi

Ma per risparmiare, si sa, si è disposti oggi a studiare soluzioni alternative. Un fenomeno sempre più in crescita è quello dei micronidi, asili con un numero limitato di posti, spesso allestiti in abitazioni private. Complice la crisi, sempre più mamme casalinghe scelgono di trasformare la propria casa in un micronido, con costi mensili ovviamente più bassi. Anche nella nostra zona, a Bareggio e ad Arluno per esempio, troviamo esempi di queste strutture. Insomma, è il caso di dirlo: ce n’è per tutti i gusti, ma non proprio per tutte le tasche.

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