A Robecco sul Naviglio, nel Milanese, un “movimento di sognatori” presenta l’assessorato all’estetica: “Rivoluzionario nel pensiero, ma conservatore nell’anima. La nuova carica renderà migliore la società”
28 SETTEMBRE 2021
ROBECCO SUL NAVIGLIO (MILANO) – Ieri, lunedì 27 settembre 2021, presso il ‘Binfa Café’ di Robecco sul Naviglio, nel Milanese, Federico Scarioni, Giuseppe Abbati, Giorgio Attila Bertarelli, Alberto Clementi, Francesco Oppi ed Emanuele Torreggiani hanno presentato il loro sogno. Introdurre nei Comuni italiani una nuova carica amministrativa: l’assessore all’estetica.
Un ‘flash mob politico’
Ad aprire la conferenza stampa, attorno alle 18.30, è stato il meserese Federico Scarioni: “Questo evento è una sorta di ‘flash mob politico’. Non stiamo fondando un partito. Piuttosto, vogliamo dimostrare quanto la creazione di un luogo esteticamente migliore possa essere più idoneo alla vita umana. È di questo che si occuperà l’inedito assessore all’estetica che vorremmo proporre a tutte le giunte comunali del nostro Paese”.
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Sgarbi ministro dell’estetica
Ma chi è e cosa fa tale funzionario? “Si dovrà porre come assessore ‘istituzionale’, non dipendente da alcuno schieramento politico”, specifica Scarioni. “Nasce infatti esclusivamente su nomina del sindaco”. L’obiettivo dei 6 firmatari è quello di introdurre l’assessore all’estetica già a partire dalle prossime elezioni amministrative del 3-4 ottobre 2021: “Abbiamo stilato una lista di 45 personalità della Penisola che andremo a proporre a 45 primi cittadini una volta insediatisi, da Roma a Morterone, il comune più piccolo d’Italia con 32 abitanti. Inoltre abbiamo individuato anche chi potrebbe essere il primo ministro dell’estetica: il professor Vittorio Sgarbi”.
Il virus della bruttura e della barbarie
Perché oggi serve un assessore all’estetica? “È necessario un antidoto contro il virus dell’analfabetismo culturale che è terreno di coltura della bruttura e della barbarie che ammorbano il nostro Paese, disseminato di bellezza ma corrotto da scelte spesso in completa asincronia con il pensiero, la cultura, il gusto e la storia d’Italia”, aggiunge Scarioni, che poi fornisce una lunga serie di ‘brutture’.
Brutture quotidiane
“Le vie dei nostri centri storici sono piene di porfido. Eppure quel materiale non è un elemento autoctono, viene importato dalla Sardegna o dalla Toscana. Perché non usare ciottoli di fiume? Altro esempio, le fontane: negli anni ’80 sono spuntate in tante nostre piazze. Ma le fontane si mettevano dove l’acqua scarseggia. La pianura Padana è invece un territorio completamente invaso dall’acqua. I pini marittimi: fanno parte delle cento specie esotiche più dannose al mondo per via delle radici eppure li piantiamo nelle nostre aiuole. Le statue sono recintate, lontane dalle persone. Viceversa dovrebbero essere fruibili ai cittadini. Infine i cartelli stradali: ce n’è sono ovunque”.
Azioni estetiche
Scarioni prosegue negli elenchi, ma questa volta fa alcuni esempi ‘esteticamente virtuosi’: “In Francia l’illuminazione pubblica a una cert’ora si spegne in modo tale da ripopolare le lucciole per il benessere degli animali. In Danimarca per evitare che gli automobilisti rallentino al volante non mettono cartelli inutili o autovelox ma delle note musicali sotto la terra, che creano un effetto sonoro piacevole per chi va alla velocità corretta, mentre chi la supera sentirà un rumore fastidioso che lo costringerà a rallentare. In Sassonia non ci sono cartelli stradali e gli incidenti sono stati ridotti del 70%”.
Progressista nelle idee, tradizionalista nella pratica
L’altro intervento più significativo della conferenza, durata oltre un’ora, è stato quello di Emanuele Torreggiani: “L’assessorato all’estetica mira a stravolgere il pensiero politico e burocratico in materia urbanistica e culturale. È rivoluzionario nel pensiero, ma conservatore nell’anima, progressista nelle idee ma tradizionalista nella pratica. Per Platone il bello era tutto ciò che fosse giusto. Per questo il grande filosofo anteponeva l’estetica all’etica. Oggi l’assessore all’estetica ha un futuro da reinventare, con meraviglia, in una rivoluzione all’insegna del rispetto dell’uomo, dell’ambiente, del clima e della giustizia sociale e comunitaria”.
L’opinione dei sindaci
Tra il pubblico, oltre a numerosi giornalisti, anche i primi cittadini di Magenta, Chiara Calati, e di Mesero, Davide Garavaglia. Il sindaco magentino, per certi versi chiamato in causa in qualità di primo cittadino, non si è tirata indietro e, anzi, ha sposato la provocazione dell’assessore all’estetica: “La considero fondamentale. Tale figura potrebbe essere d’aiuto anche per chi lavora nel settore tecnico di un’amministrazione locale, instaurando un dialogo proficuo per l’intera comunità”.