E’ la prima volta, in Austria, che un ballottaggio viene annullato. ‘Colpa’ di quelle 740.000 schede elettorali spedite per posta, che erano state determinanti, perché avevano consegnato la vittoria sul filo di lana a Van der Bellen (candidato dei Verdi) con il 50,3% contro il 49,7% di Hofer, dell’estrema destra. Ma la Corte Costituzionale ha rilevato molte irregolarità nello spoglio. Si rivota a settembre

1 LUGLIO 2016

di Redazione

VIENNA (AUSTRIA) – La Corte costituzionale non ha avuto dubbi e ha accolto il ricorso di Norbert Hoferdel, candidato della Fpö (il partito di estrema destra fondato da Jörg Heider), contro il vincitore del ballottaggio del 23 maggio scorso, il candidato dei Verdi Alexander Van Der Bellen, il quale si sarebbe dovuto insediare fra pochi giorni, l’8 di luglio. Invece è tutto da rifare e gli austriaci saranno chiamati di nuovo alle urne per un altro ballottaggio fra i due sfidanti il prossimo 25 settembre (o al massimo il 2 ottobre).

La decisione

“Le elezioni sono il fondamento della nostra democrazia e il nostro compito è di garantirne la regolarità. La nostra sentenza deve rafforzare il nostro Stato di diritto e la nostra democrazia”, ha detto il presidente della Corte costituzionale, Gehrart Holzinger, poco prima di pronunciare la sentenza, quasi a volersi giustificare. È la prima volta che un ballottaggio in Austria viene annullato.

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Il risultato contestato

Al ballottaggio dello scorso 23 maggio Van der Bellen aveva battuto per soli 31.026 voti lo sfidante Hofer, mentre il primo turno si era chiuso con un vantaggio per l’uomo dell’estrema destra. Determinanti per ribaltare l’esito del voto erano state le 740.000 schede elettorali spedite per posta e alla fine Van der Bellen aveva vinto al fotofinish con il 50,3% contro il 49,7%. Ma l’8 giugno la Fpö aveva presentato ricorso, contestando irregolarità in 94 dei 117 collegi elettorali. In alcuni casi le schede sono state addirittura aperte prima dell’inizio ufficiale dello spoglio. La Corte Costituzionale ha verificato che il ricorso era da considerarsi fondato, annullando il ballottaggio e, di conseguenza, l’insediamento ufficiale di Van der Bellen, previsto per l’8 di luglio.