Il nome del sindaco di Milano compare tra quelli dell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sulla ‘piastra dei servizi’ di Expo, l’appalto più importante dell’Esposizione universale, con il quale sono stati assegnati i lavori di preparazione dell’area prima di installarvi i padiglioni. Sala è accusato di falso materiale

di Ersilio Mattioni

MILANO – Terremoto a palazzo Marino. Il sindaco Pd Beppe Sala, dopo aver appreso di essere nell’inchiesta della Procura di Milano sulla ‘piastra dei servizi’ di Expo, ha annunciato che domani mattina di autosospenderà dalla carica, formalizzando sua la decisione davanti al prefetto. E’ il primo passo verso le dimissioni, a soli sei mesi dalla sua elezione.

L’inchiesta

Il nome del sindaco di Milano compare tra quelli dell’inchiesta per corruzione e turbativa d’asta sulla ‘piastra dei servizi’ di Expo, l’appalto più importante dell’Esposizione universale, con il quale sono stati assegnati i lavori di preparazione dell’area prima di installarvi i padiglioni. Sala è accusato di falso materiale, mentre il legale rappresentante del gruppo Pizzarotti è indagato per tentata turbativa d’asta.

L’annuncio

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Il sindaco ha affidato a Facebook la sua decisione, pubblicando un post poco dopo la mezzanotte: “Apprendo da fonti giornalistiche che sarei iscritto nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sulla piastra Expo. Pur non avendo la benché minima idea delle ipotesi investigative, ho deciso di autosospendermi dalla carica di sindaco, determinazione che formalizzerò domani mattina nelle mani del Prefetto di Milano”.

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L’ipotesi investigativa

Sotto la lente d’ingrandimento dei magistrati meneghini c’è il prezzo, giudicato troppo al ribasso, assegnato alla ditta Mantovani: più del 41,80%. Una cifra che desta sospetto, perché sarebbe al di fuori dei prezzi di mercato. Grazie a questo ribasso la Mantovani si era aggiudicata l’appalto a 149 milioni, invece che 272 milioni, come inizialmente previsto. Esiste anche un rapporto investigativo del Nucleo di polizia tributaria data 2014. Le indagini, all’epoca coordinate dal Pubblico ministero Alfredo Robledo, furono poi gestite in prima persona dall’allora procuratore capo di Milano, Edmondo Bruti Liberati. Erano i tempi delle ‘guerra’ tra i due magistrati, che si concluse con l’allontanamento di Robledo. Nella stessa inchiesta erano già stati indagati per corruzione e turbativa d’asta gli ex manager di Expo Antonio Acerbo e Angelo Paris, nonché l’ex presidente della Mantovani, Piergiorgio Baita; Erasmo Cinque assieme al figlio Ottavio, titolari di Socostramo, che faceva parte del consorzio vincente. Secondo la Guardia di finanza quei lavori furono viziati dalla fretta: si doveva finire a tutti i costi e per questo non tutte le procedure sarebbero state rispettate, determinando “un contesto di evidente illegalità”.

“Sala irreprensibile”

Il ruolo di Sala venne definito “irreprensibile e lineare”. Ma allora perché è indagato? Secondo gli investigatori, pur di assegnare l’appalto, ci sarebbero stato trascuratezze, omissioni, mancati controlli. Cosa, di preciso, venga oggi contestato al sindaco di Milano, però, ancora non si sa.