Il presunto boss della ‘ndrangheta Francesco ‘Ciccio’ Riitano, residente ad Arluno, nel Milanese, è latitante da 6 mesi: chi lo ha informato prima dell’arresto? Le ipotesi sulla fuga all’estero
15 DICEMBRE 2017
di Ersilio Mattioni e Francesca Ceriani
ARLUNO (Milano) – Chi ha informato Francesco ‘Ciccio’ Riitano poco prima che i Carabinieri del Ros piombassero ad Arluno per arrestarlo?
Gli arresti
La mente torna al 23 maggio del 2017. E’ l’alba. E i militari, su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Milano sbarcano nell’Altomilanese per arrestare una ventina di persone e per perquisire altrettante abitazioni tra Sedriano, Vittuone, Casorezzo, Ossona, Corbetta, Busto Garolfo, Inveruno. E Arluno, dove vive il 37enne Riitano, il capo del gruppo criminale agli ordini della famiglia Gallace, cosca della ‘ndrangheta originaria di Guardavalle, in provincia di Catanzaro, prima di trasferirsi nel Lazio, a Nettuno. Riitano però, quella mattina, non c’è. Tutti vengono catturati, compresi gli altri due arlunesi: Guido Nicola (31 anni) e Agazio Samà (43), residenti in un cortile di via Martiri della Libertà, in pieno centro, dove c’era una delle più importanti basi logistiche del traffico di cocaina. Tutti in carcere, tranne Riitano.
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I dubbi sulla fuga all’estero
Qualcuno lo ha avvisato poco prima del blitz e il boss è scomparso nel nulla: da 6 mesi è un latitante, ricercato dalle Polizie di tutta Europa. Chi sapeva della fase finale dell’inchiesta ‘Area 51’, una delle più grosse operazioni antidroga degli ultimi decenni? Chi ha avvisato il referente delle cosche calabresi, residente nella frazione di Rogorotto in via San Francesco? Le indagini sulla fuga di notizie sono in corso. E c’è anche il sospetto che Riitano, informato per tempo, non si sia neppure mosso dalla Germania, dove di fatto viveva, se non per rifugiarsi in un altro posto sicuro. Intanto a Dreieich, vicino a Francoforte, la pizzeria ‘Bella Italia’, di proprietà del boss, è sempre aperta. A gestirla ci sono i suoi uomini di fiducia. Ma lui, Riitano, dov’è? Le ipotesi più accreditate parlano di una latitanza in Spagna – dove spesso gli ‘ndranghetisti vengono mandati a ‘svernare’ – oppure in Colombia, dove l’organizzazione criminale aveva ottimi contatti per l’importazione di cocaina.
Il processo
Nel frattempo il processo agli altri imputati è in corso a Milano, dove 18 tra boss e picciotti hanno scelto il giudizio immediato, saltando quindi l’udienza preliminare allo scopo di chiedere il passaggio al rito abbreviato. Tecnicismi, che servono però a ottenere uno sconto automatico di pena (pari a un terzo) in caso di condanna. Alla sbarra ci sono tutti i capi dell’entourage di Riitano: Damiano Emanuele (Corbetta), Raffaele Procopio e Francesco Maiuolo (Sedriano), Francesco Gualtieri (Vittuone) e Agazio Vetrano (Inveruno, in carcere a Francoforte).