Che ci fa un rappresentante delle istituzioni – sindaco di tutti, non solo di quelli che l’hanno votato – a fare la claque in tribunale per un uomo accusato di corruzione? Chiedetelo a Fabio Merlotti, neo eletto primo cittadino di Buscate. Il quale a Mario Mantovani – l’imputato eccellente e il politico ancora temuto e rispettato – deve molto. Forse per questo non ha potuto dire di no
25 GIUGNO 2016
BUSCATE (MILANO) – Fa discutere la presenza del sindaco, Fabio Merlotti, in Tribunale a Milano mercoledì 18 giugno in occasione della prima udienza del processo contro l’ex vicegovernatore della Lombardia, ex assessore regionale alla Sanità ed ex sindaco di Arconate, Mario Mantovani, accusato di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio (guarda IL VIDEO per avere un’idea sulla portata dell’inchiesta).
L’anomalia
Merlotti, sindaco fresco di elezione, si è presentato in Tribunale a Milano assieme ad altri politici del territorio per supportare l’ex senatore di Forza Italia alla sua prima comparsa davanti ai giudici. Un’anomalia tutta italiana, perché nelle nazioni civili i politici imputati per gravi reati contro la pubblica amministrazione si dimettono e si fanno processare, invece da noi organizzano improbabili compagnie di amici e parenti da portare nelle aule di giustizia. Ma la cosa ancora più sconcertante è che un sindaco, senza provare vergogna, si unisca a quelli che ‘Il Corriere della Sera’ ha definito “i Mantovani boys”. Sconcertante, perché un sindaco dovrebbe essere il garante della legalità; sconcertante, perché un sindaco deve rappresentare e rispettare le istituzioni (e la magistratura è fra queste); sconcertante, perché Merlotti non è il sindaco di quelli che l’hanno votato, bensì di tutti. E se non ha ancora non ha capito la differenza tra un ultrà e un primo cittadino, beh, la cosa è preoccupante.
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Opposizioni scatenate: “Il sindaco non è indipendente”
Tranchant il giudizio del consigliere di ‘Obiettivo Comune’, la lista civica sostenuta dalla Lega Nord. L’ex candidato sindaco, Valeriano Ottolini, non usa giri di parole: “Era risaputo che Merlotti fosse un falso candidato civico e stupisce vedere che, dopo pochi giorni dal voto, si affanni a riallacciare i rapporti con certe persone. Mi spiace che qualcuno della sua lista creda davvero nella sua indipendenza”. Ottolini, oltre alle critiche, solleva un problema politico: Merlotti, che si è ‘schermato’ dietro una lista civica non volendo essere associato né a Forza Italia né a Mantovani, avrebbe gettato la maschera subito dopo il successo elettorale, con ciò dimostrando di non essere un sindaco libero, ma legato a un politico accusato di corruzione. Francesca Pagnutti, ‘Insieme per Buscate’, non è sorpresa: “Merlotti ha sempre sostenuto Mantovani e ha sempre sostenuto Forza Italia”. Stesso pensiero per Guglielmo Gaviani (Buscate Possibile): “Nulla di nuovo sotto il sole”.
Merlotti: “Mantovani è il mio riferimento”
E lui, l’interessato, 43 anni, un posto di lavoro nella sanità lombardo al San Raffaele di Milano, che ne pensa? Non fa una piega: “Tutte le persone che fanno politica hanno un riferimento nella zona, il mio è sempre stato Mantovani”. I gusti sono gusti, per carità. Ma ci si chiede se un sindaco possa dare queste risposte. E si resta basiti. Merlotti riesce anche a peggiorare la situazione: “Con Mantovani ho un rapporto di stima e di amicizia e l’ho conosciuto come una persona corretta. E’ mio amico e gli sono solidale, troppo comodo abbandonarlo in un momento di difficoltà. Fa parte dell’essere uomini. Lui ha tutto il diritto di difendersi, credo e spero che ne uscirà bene e che chiarirà tutto. Se così non fosse, la giustizia farà il suo corso”. Da ciò una domanda, ovvia e banale: ma è così difficile documentarsi, guardare qualche carta giudiziaria e farsi un’idea sull’inchiesta? In fondo, basta saper leggere. Ma forse è più comodo non conoscere. Così si può fare finta di non capire.
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