Era stato eletto sindaco di Busto Garolfo nel 2009. Poi, cinque anni dopo, aveva perso le elezioni pur aumentando i voti, complici le divisioni nel centrodestra e il fuoco amico dell’allora potente Mario Mantovani, il politico di Forza Italia oggi a processo per corruzione. Deluso, Angelo Pirazzini si era dimesso da consigliere d’opposizione. Però, a distanza di due anni e mezzo, continua ancora a essere considerato il leader di una lista civica alternativa al Pd
5 NOVEMBRE 2016
di Ersilio Mattioni e Daniele Di Sica
BUSTO GAROLFO (MILANO) – A Busto Garolfo, nel Milanese, l’ex primo cittadino, oggi ‘semplice’ farmacista, Angelo Pirazzini, sta già scaldando i motori e tessendo rapporti per candidarsi a sindaco nelle prossime elezioni. Il tempo scorre, il 2019 non è poi così lontano e cominciare a lavorare sul consenso, sugli elettori e soprattutto sulla lista appare una buona idea, tanto più che il Pd annaspa ed è in crisi di popolarità.
La sconfitta del 2014
Eletto sindaco nel 2009, Pirazzini tenta il bis dopo cinque anni. Perde, pur aumentando i voti. Scherzi della politica. Il 2014, del resto, è l’anno d’oro del Pd e il primo cittadino uscente paga le divisioni nel centrodestra, unite al fatto che il suo ‘vecchio’ sponsor, il senatore Mario Mantovani, gli volta le spalle per ragioni mai chiariti e forse riferibili all’affare ‘casa di riposo privata’ (ipotesi al vaglio della Procura di Milano). Mantovani, nell’ottobre 2015, viene arrestato e oggi è sotto processo per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Ma all’epoca il politico-imprenditore di Forza Italia era potente, al punto tale da mettere in campo contro Pirazzini un’improbabile lista Forza Italia-Lega Nord, che alla fine arriva ultima ma provoca la sconfitta del sindaco uscente. Il quale, deluso, si dimette da consigliere d’opposizione.
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Leader naturale
Ma a Busto Garolfo, per molti i cittadini che si recano nella sua farmacia anche solo per scambiare quattro chiacchiere di politica, Pirazzini è restato il leader del centrodestra. Anzi, di una più vasta coalizione civica che si configura come l’unica alternativa possibile al Pd del sindaco Susanna Biondi. L’ex primo cittadino, dunque, è rimasto un punto di riferimento, nonostante abbia deciso di lasciare la poltrona di consigliere di opposizione. Una scelta discutibile, che si configura come una macchia, difficile da lavare. Alcuni suoi elettori, infatti, considerano quell’abbandono come un tradimento della fiducia che avevano riposto in lui. Ora Pirazzini deve farsi perdonare. Anche per questo è tornato sulla scena politica più agguerrito che mai, ha ripreso in mano la situazione del suo gruppo, ‘Nuovi orizzonti di Libertà’, e ha ricominciato ad essere ‘il faro’ che guida i consiglieri Patrizia D’Elia, Cristina Borsa, Marina Raimondi e Roberto Rigiroli. Pirazzini così sta recuperando parte del suo consenso. E anche parte del consenso che Biondi sta lasciando dietro di sè. Elettori delusi, arrabbiati. Sono loro i futuri elettori di Pirazzini, sono loro l’ago della bilancia alla tornata del 2019.