Susanna Biondi, primo cittadino dal maggio 2014, è pronta a dimettersi a seguito degli scandali che hanno coinvolto la sua amministrazione: prima una bando per la gestione di un chiosco assegnato a un imprenditore con precedenti penali, poi il doppio blitz della Guardia di finanza nell’ufficio dei vigili. Il Pd interviene e convince il primo cittadino a resistere. Fino a quando?

17 MAGGIO 2016

di Redazione

BUSTO GAROLFO (MILANO) – Due blitz della Guardia di Finanza di Legnano al comando dei vigili, con ridda di polemiche e affondo politico dell’opposizione (pronta a dare una spallata alla giunta); un bando assegnato a un imprenditore di Parabiago con precedenti penali; l’aria pesante in municipio, tra le proteste dei dipendente e le chiacchiere attorno all’ufficio tecnico. Ce n’è abbastanza. Al punto che il sindaco Pd, Susanna Biondi, in carica dal maggio 2014, sarebbe sul punto di dimettersi.

Il doppio blitz

Non è ancora chiaro il motivo per cui la Guardia di finanza stia indagando in modo così scrupoloso sugli uffici della Polizia locale e in particolare sulle mente. Dopo 4 ore di controlli  le Fiamme gialle hanno sequestrato dagli uffici di piazza Concordia i file delle multe presenti nei computer, hanno fotocopiato le multe dal 2014 a oggi e hanno visionato, estraendone copia di parte del materiale, gli schedari dal comando. L’effettiva portata dell’operazione non è ovviamente stata resa nota dagli inquirenti, e potrebbe non limitarsi al solo ufficio dei vigili.

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Il bando sotto accusa

Lui si chiama Alessandro Di Ciancio. E ha vinto il bando (del resto, era l’unico partecipante) per gestire il chiosco comunale in un parco per bambini. Però Di Ciancio – imprenditore con azienda a Parabiago – ha due precedenti penali (clicca qui per approfondire la notizia) e in molti pensano, al di là dei dubbi sulla legittimità del bando stesso, che questa assegnazione non fosse politicamente ed eticamente opportuna. Anche nella maggioranza di centrosinistra che governa Busto Garolfo c’è tensione: nel Pd, per esempio, non ne sapevano nulla. E il partito, del resto, da tempo sta chiedendo al sindaco Biondi di condividere di più le scelte amministrative.

Il caso ‘ufficio tecnico’

Fra marzo e aprile, poi, è scoppiata un’altra grana: i dipendenti comunali, appreso di una riorganizzazione interna allo scopo di inserire una nuova figura gradita al sindaco in posizioni apicali, sono sul piede di guerra. E con loro i sindacati. Come se non bastasse, si intensificano le polemiche sull’ufficio tecnico e sulla pluridecennale di Giuseppe Sanguedolce, dominus dell’area lavori pubblici.

L’epilogo

La serenità del sindaco Biondi, insomma, ne esce minata pesantemente. E settimana scorsa il primo cittadino stava per rassegnare le sue dimissioni. Ci sono volute ore di dialogo e confronto per scongiurare che la professoressa prestata alla politica desse seguito ai suoi propositi. Poi il Pd ha messo la situazione in sicurezza. O meglio, in stand by. Fino a quando, non è dato sapere.

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