A Magnago, nel Milanese, l’amministrazione Pd tratta con la Fondazione creata dall’ex vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani (Forza Italia), imputato per corruzione e concussione. Il giallo del terreno e dell’incontro in municipio in piena campagna elettorale: venerdì nuova puntata in edicola con Libera Stampa l’Altomilanese

1 NOVEMBRE 2017

di Francesco Colombo

MAGNAGO (MILANO) – L’Amministrazione comunale Pd dà il via libera alla realizzazione di una casa di riposo in paese e tratta anche con Fondazione Mantovani, onlus istituita dall’ex vicegovernatore della Regione, Mario Mantovani (Forza Italia), imputato in un processo al Tribunale di Milano per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio, nonché indagato a Monza per corruzione in un’inchiesta sui rapporti tra politica e mafia. E’ un caso politico decisamente delicato quello che, in queste ore, sta infiammando il dibattito politico a Magnago, paese di 9.000 abitanti dell’hinterland milanese. Martedì sera il Consiglio comunale, dopo una lunga e accesa discussione, ha approvato la costruzione di una residenza sanitaria assistenziale in paese. Tecnicamente, l’aministrazione ha approvato una modifica al Piano dei servizi (un documento che fa parte del vecchio Piano regolatore) dove si individua il terreno su cui sorgerà la casa di riposo, che sarà realizzata tramite ‘project financing’, ovvero grazie al finanziamento di un operatore privato che poi gestirà la struttura. Ma sono tante le ombre sul progetto e sulle mosse della giunta di centrosinistra, guidata dal sindaco ‘dem’ Carla Picco.

La trattativa

Il primo riguarda la trattativa tra l’amministrazione Pd di Magnago e Fondazione Mantovani. Siamo ad aprile 2017, mancano pochi mesi alle elezioni comunali. Picco, primo cittadino uscente, tenta il secondo mandato e si ripresenta davanti agli elettori con una lista civica appoggiata dal Pd e dal centrosinistra. A poche settimane dal voto, il sindaco gioca il suo ‘asso nella manica’ e promette ai cittadini – se rieletta – la costruzione di una Rsa. Non si muove a caso, il sindaco. Nei giorni precedenti Picco riceve in comune Fondazione Mantovani, che dichiara di essere “interessata” alla realizzazione della struttura. A confermarlo è il primo cittadino: “Abbiamo parlato con diversi operatori, tra cui Fondazione Mantovani, che ci ha comunicato il suo interesse alla costruzione di una casa di riposo a Magnago. Fondazione Mantovani – continua Picco – è l’unico operatore che ha formalizzato quanto ci siamo detti a voce con una lettera che è protocollata in Comune. Con loro abbiamo discusso della fattibilità dell’operazione: Fondazione Mantovani considera strategica la posizione geografica del paese di Magnago e ritiene che la futura casa di riposo possa essere messa a disposizione di un bacino più ampio di utenti”. Ma la trattativa espone Picco alle critiche. Secondo la Procura della Repubblica di Milano, Fondazione Mantovani fa parte di quella galassia di cooperative, onlus e società riconducibili all’ex senatore Pdl, un tempo vicinissimo a Berlusconi. Quanto è opportuno dunque, per un’Amministrazione (peraltro targata Pd) avviare una trattativa in queste condizioni? Il sindaco Picco è prudente: “Oltre a Fondazione Mantovani ci sono anche altri 3 o 4 operatori interessati e questo mi rassicura. Di certo non vogliamo imbarcarci in avventure che poi potrebbero rivelarsi pericolose”.

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Il giallo del terreno

Un altro aspetto ‘oscuro’ della vicenda riguarda il terreno scelto dalla giunta per la costruzione della Rsa. L’Amministrazione, già nel mandato precedente, individua nel Pgt il terreno di un privato cittadino e proprio su quell’appezzamento da 23.000 metri quadri pone un vincolo di ‘pubblica utilità’. In poche parole, la giunta ‘blocca’ le possibilità del privato cittadino di sfruttare il suo terreno, in attesa che si concretizzi il progetto della casa di riposo. Dopo il colloquio con Fondazione Mantovani, la situazione cambia. “Abbiamo riflettuto – spiega il sindaco Picco – e la soluzione migliore è quella di scegliere un terreno del Comune, proprio perché pensiamo che l’opera debba essere pubblica e rimanere quanto più possibile nella sfera del ‘pubblico’”. In effetti, la giunta ha stabilito che l’area rimarrà di proprietà del Comune: verrà concesso al privato il diritto di superficie, molto probabilmente per 99 anni, a fronte del pagamento di un canone da stabilire. “Il luogo da noi individuato – annuncia Picco – è il giardino delle scuole medie in via don Milani, perché si trova in un luogo strategico del centro abitato e permetterà agli anziani di vivere il paese”. Ma la scelta, indubbiamente, va incontro anche alle preferenze dell’operatore che si troverà a costruire la struttura: scegliere un terreno del Comune significa evitare che il costruttore privato debba spendere soldi per comprare l’appezzamento del privato, che secondo le prime stime avrebbe un valore di 550.000 euro. In poche parole, mezzo milione di euro risparmiato: mica male. E del resto, Picco è chiara: “Dopo che Regione ha chiuso gli accreditamenti, dobbiamo cercare di costruire un’operazione appetibile per il privato e che incontri l’interesse del mercato”.

L’interlocutore misterioso

Un altro aspetto da chiarire è quello dell’interlocutore con cui Fondazione Mantovani ha parlato con il sindaco Picco. “E’ venuto da me Luca Monolo per conto di Fondazione Mantovani – spiega il primo cittadino magnaghese – e con lui ho parlato della fattibilità dell’operazione”. Monolo, uomo di fiducia dell’ex vicegovernatore lombardo e presidente della società pubblica ‘Euro.PA’, è stato assessore all’Urbanistica ad Arconate, quando il sindaco era Mario Mantovani e proprio quando venne approvata la costruzione della casa di riposo, finita poi nell’inchiesta che oggi vede imputato l’ex senatore forzista. Il punto è che, ad oggi, non risulta che Monolo abbia incarichi formali in Fondazione Mantovani. E allora a che titolo è andato a parlare con l’Amministrazione comunale? “Ho parlato con Picco – conferma Monolo, raggiunto telefonicamente – dopo che Fondazione Mantovani mi ha fatto partecipe di alcuni ragionamenti sulla costruzione di case di riposo nel territorio. Conoscendo io personalmente il sindaco, le ho chiesto di valutare in giunta se ci fosse interesse alla costruzione di Rsa. Non rivesto alcun incarico formale in Fondazione Mantovani”. Ennesimo aspetto nebuloso di una vicenda che, di sicuro, continuerà a tenere banco nelle prossime settimane: nuova puntata sul numero di venerdì in edicola.

       (Ha collaborato Deborah Alì)