In piazza con il fratello del boss, in società per comprare uno stabilimento balneare (finito sotto inchiesta) e nella stessa palestra a tirare calci e pugni: il rapporto tra Casapound e il clan Spada (di origine Sinti, imparentati con i Casamonica) racconta una Roma che abbiamo già visto. Nessuna rilevanza penale, per ora. Ma è meglio tenere gli occhi aperti
30 MARZO 2016
ROMA – Loro, quelli di Casapound, si definiscono i ‘fascisti del terzo millennio’. E da qualche tempo stanno ‘rubando’ le piazze d’Italia alla sinistra. Si occupano dei poveri e degli sfrattati; ripuliscono i boschi e i luoghi degradati; buttano benzina sul fuoco del tema caldo dell’immigrazione. E poi, a Roma, fanno qualcosa che non ti aspetti: stringono amicizie pericolose con il clan Spada, che a Ostia – uno dei quartieri più mafiosi della capitale – è una potenza. Per ora questi rapporti non hanno rilevanza penale. Eppure ciò che sta accadendo fra gli estremisti di destra e il clan romano merita di essere raccontato.
In piazza col fratello del ‘boss’
Ostia, piazza Gasparri, il quartier generale degli Spada. Alla fine del 2015 Casapound e alcuni personaggi legati al clan organizzano una manifestazione chiamata ‘Giovinezza in piazza’. La festa, oltre che da Casapound, è promossa dall’associazione sportiva Femus Art School, intestata a Elisabetta Ascani. Non è un nome qualsiasi, perché la Ascani è la moglie di Roberto Spada, ritenuto il numero due del clan nonché fratello del boss della famiglia: Carmine Spada, detto ‘Romoletto’. Il boss è attualmente in carcere, in attesa di essere processato, insieme al suo braccio destro Emiliano Belletti, per estorsione con metodo mafioso.
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Uno strano flirt
E’ strano questo flirt tra il clan Spada e Casapound, perché avviene proprio a Ostia, la zona controllata dall’organizzazione criminale che si dedica, secondo la Procura di Roma, per lo più al traffico di droga, all’estorsione e allo strozzinaggio. Casapound, da queste parti, ha promosso la battaglia contro lo sgombero di una palazzina Ater, dove una decina di famiglie rischiano di essere sfrattate. L’ennesima lotta di carattere sociale a favore degli indigenti. Ma perché unirsi ai clan, quando ‘i fascisti del terzo millennio’ si dichiarano apertamente contro le mafie?
Il precedente
Non è la prima volta che le strade di estremisti e criminali si incrociano. Nel 2013 scoppia il caso della società Bluedream (una immobiliare che partecipa ad appalti pubblici). Le quote sono così suddivise: il 60% è di Armando Spada e il 40% di Ferdinando Colloca, il candidato di Casapound al Municipio di Ostia. La Bluedream finisce nelle indagini dei magistrati capitolini per l’acquisizione dello stabilimento balneare Orsa Maggiore: secondo la Procura sono stati utilizzati metodi e modalità che mostrano apertamente l’influenza criminale degli Spada a Ostia.
La strana alleanza
La famiglia Spada è di etnia Sinti ed è imparentata con i più noti Casamonica, che controllano la zona orientale di Roma. Ma Casapound non ha mai nascosto la propria intolleranza verso le minoranze nomadi (Sinti e Rom), al punto da bloccare l’ingresso di una scuola per impedire ai bimbi Rom di andare a lezione. E allora, cosa ci fanno i ‘fascisti del terzo millennio’ con i Sinti del clan Spada?
Uniti dalle arti marziali
C’è anche lo sport a unire Casapound e il clan Spada. Nella palestra di Elisabetta Ascani e Roberto Spada, sempre a Ostia, i militanti della destra radicale sono di casa. A cominciare dal responsabile romano, Luca Marsella, che non perde occasione per scagliarsi contro ‘Mafia Capitale’, ma si fa fotografare insieme alla persona ritenuta il vice-boss degli Spada, con cui organizza feste in piazza.
La banda della Magliana
A Roma, come emerge dalle inchieste e come è peraltro ben narrato in ‘Romanzo criminale’, c’è già stato un sodalizio politico-mafioso. E’ la storia della Banda della Magliana, organizzazione malavitosa che viene spesso utilizzata dai servizi segreti deviati al fine di mettere in atto la cosiddetta ‘strategia della tensione’. E che incrocia sovente l’eversione di destra, al punto da aver avuto un ruolo nella strage alla stazione di Bologna, il 2 agosto del 1980. La storia non per forza si ripete e in ogni caso non esistono al momento elementi che colleghino Casapound a un progetto eversivo in compagnia dei clan mafiosi. Esistono ‘solo’ rapporti e amicizie pericolose, da guardare con attenzione e con qualche timore.