L’amministrazione resiste in giudizio contro la decisione della chiesa di rivolgersi al tribunale amministrativo
di Patrizia Meneghin
Il comune resiste in giudizio contro il ricorso al Tar della parrocchia, che contesta la scelta dell’amministrazione di non voler l’abbattimento del cineteatro san Giorgio. Tutto ciò è stato deciso dalla giunta il 12 novembre. La chiesa locale aveva deciso di ricorrere al Tribunale Amministrativo Regionale contro il diniego di abbattimento del cineteatro, perché non riterrebbe valide le motivazioni dell’amministrazione comunale. Nel ricorso presentato al comune di Casorezzo in data 22 ottobre 2015 si legge: “Eccesso di potere per illegittimo, contraddittorio e erroneo inquadramento dell’intervento di demolizione. Eccesso di potere per difetto di motivazione, per contrarietà con il parere della commissione edilizia. Eccesso di potere per conflitti di interesse”. L’avvocato della parrocchia fa presente all’amministrazione che la richiesta di abbattimento arrivava solo perché la chiesa locale aveva dichiarato di non voler ristrutturare il cineteatro e, in compenso, avrebbe provveduto alla costruzione del nuovo oratorio. L’area interessata verrà poi sistemata ad area verde. Ma ripercorriamo tutti i fatti. Nel 2010, la parrocchia locale aveva richiesto al Ministero per i Beni e le Attività Culturali un parere in merito alla sussistenza o meno dei requisiti per definire il cineteatro un bene storico, richiesta che ha portato ad un’esclusione dell’immobile da parte del Ministero. Grazie a questo parere negativo, la chiesa ha così deciso di chiedere la demolizione dell’edificio, fatto ampiamente contestato da parte dell’amministrazione. Nello stesso periodo, la commissione edilizia dà però parere favorevole alla demolizione dell’area. Il diniego arriva richiamando una serie di elementi che non consentirebbero l’abbattimento dello stesso. Nell’ultimo consiglio comunale, infine, il gruppo di minoranza Rivivere Casorezzo, con il suo rappresentante Lorenzo Brusa, chiede all’amministrazione quanto costerà questo ricorso e la decisione di resistere in giudizio. Una spesa che peserà molto sulle casse comunali, ma si tratta di un bene di tutti i cittadini.