La Cassazione ha assolto il nostro direttore, Ersilio Mattioni, dall’accusa di aver diffamato l’ex senatore Mario Mantovani (FdI). Dopo due sentenze scandalose, la Suprema Corte ristabilisce la verità
ROMA – La Corte di Cassazione ha scritto la parola fine su una vicenda che ha dell’incredibile e che per anni ha visto il direttore del nostro settimanale, Ersilio Mattioni, sul banco degli imputati. Peccato che Mattioni fosse innocente e completamente estraneo alle accuse dell’ex senatore Mario Mantovani, che lo aveva denunciato per diffamazione. Non è la prima volta che il nostro direttore e i nostri cronisti si devono difendere dalle accuse dell’ex sindaco di Arconate (finora sempre archiviate dai giudici, perché prive di fondamento). Ma il caso che raccontiamo è diverso.
Sulla Riviera romagnola
Siamo sulla Riviera romagnola nell’agosto del 2016, quando Mattioni solleva il caso della società ‘Portomario Srl’. “Dalle case di riposo per anziani alle discoteche; dalle strutture per disabili ai ristoranti, passando per motel, centri benessere, villaggi turistici e spiagge. E’ il nuovo business della famiglia dell’ex vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani”, scrive Mattioni su ‘Il Fatto Quotidiano’, scoprendo che la nuova attività della famiglia del politico-imprenditore (nato con Forza Italia e ora salito sul carro di Giorgia Meloni) inizia male, cioè con una multa, elevata dalla Polizia locale di Bellaria-Igea Marina (Rimini) nei confronti dei gestori del parcheggio per camper. ‘Portomario Srl’ nasce il 21 marzo 2016 con sede a Monza. Socio al 55% è Vittorio Mantovani, amministratore è Alessandro Mantovani (30%) e piccola quota (5%) è di ‘Sodalitas Service Srl’, società già citata nelle carte dell’inchiesta di Milano e, secondo i magistrati, controllata dall’ex senatore Mantovani.
Due sentenze scandalose
Un normale articolo di cronaca, le cui informazioni non vengono contestate da nessuno. Nemmeno dal Pubblico ministero, che chiede però il rinvio a giudizio e la condanna di Mattioni per via del titolo (rispetto al quale Mattioni non aveva alcuna responsabilità). Il giudice di primo grado riesce a fare un ‘capolavoro’, condannando il nostro direttore per un reato non contestato dalla Procura. E i giudici d’appello (invece di correggere questo macroscopico errore) confermano la condanna.
La Cassazione: “Mattioni non ha mai diffamato Mantovani”
Mantovani esulta. E uno dei suoi collaboratori si presenta nelle edicole di Arconate chiedendo di affiggere una locandina con la scritta “Mattioni condannato, ho diffamato Mantovani”. Gli edicolanti eseguono. In realtà, nessuno era stato condannato (la sentenza era di primo grado, quindi non definitiva) e oggi la Cassazione – sentenza del 13 ottobre 2022 – annulla le precedenti condanne, “perché i fatti non sussistono”, assolve Mattioni perché non ha mai diffamato Mantovani e ristabilisce la verità.
Sostieni la Libera Informazione
Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.
6 anni per accertare un fatto ovvio
Il nostro direttore, richiesto di un commento, ha dichiarato: “Ci sono voluti 6 anni per stabilire ciò che era ovvio. Adesso tutti quelli che mi hanno diffamato confezionando ed esponendo locandine contenenti notizie false, saranno chiamati a risponderne. Quanto a Mantovani, mi auguro che la smetterà una volta per tutte di ‘tormentare’ i giornalisti”.