A Castano Primo, nel Milanese, la Lega Nord attacca duramente il parroco don Piero Visconti sui temi dei migranti e dell’accoglienza. Il sacerdote non si scompone: “Gli uomini vivano da fratelli e non considerino chi viene da fuori come una minaccia. Nonostante qualche difficoltà, dobbiamo rifuggire dallo scontro. Anche gli stranieri portano tra noi dei valori”.

6 MARZO 2017

di Pinuccio Castoldi

CASTANO PRIMO (MILANO) – Per il secondo anno consecutivo si è tenuta a Castano Primo, nel Milanese, una cerimonia di benvenuto ai neo-cittadini italiani, persone di origine straniera di varie nazionalità che hanno finalmente ottenuto la cittadinanza dopo anni di residenza nel nostro Paese. Una cerimonia particolarmente significativa per la città, viste le recenti polemiche tra il parroco, don Piero Visconti, e la Lega Nord sul tema dell’accoglienza di alcuni migranti africani ospitati alla Madonna dei Poveri. La manifestazione aveva per titolo “E vennero da Oriente”, chiaro riferimento alle figure dei Magi di cui ci si apprestava a celebrare la festa nel giorno dell’Epifania.

I nuovi cittadini

Nella prima edizione dello scorso anno si erano festeggiati i circa 40 neo-cittadini del biennio 2014-2015, mentre quest’anno erano invitati i 62 del 2016 (ne sono però intervenuti solo 15): 33 maggiorenni e 29 minorenni che hanno acquisito automaticamente la cittadinanza in virtù di quella dei loro genitori. Il sindaco Giuseppe Pignatiello ha rivolto ai presenti il suo saluto, seguito dai brevi interventi di alcuni assessori i quali hanno letto degli articoli della Costituzione. E’ stato ricordato che questi compatrioti, ormai ‘ex-stranieri’, distintisi anche negli anni precedenti per la loro osservanza delle leggi, sono ormai italiani come tutti gli altri, con gli stessi diritti e doveri.

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“Rifuggire lo scontro”

Particolarmente apprezzato è stato l’intervento del prevosto don Piero, che non arretra sul tema dell’accoglienza. “Gli uomini vivano da fratelli – ha detto il prevosto – e non considerino chi viene da fuori come una minaccia. Nonostante qualche difficoltà, dobbiamo rifuggire dallo scontro e cercare l’incontro. Ogni incontro implica un arricchimento, perché anche gli stranieri portano tra noi dei valori.” In queste parole era espressa quella filosofia che dovrebbe guidare un percorso di corretta e proficua integrazione, un discorso non sempre condiviso a Castano, dove sembra ancora abbastanza diffuso un certo atteggiamento di chiusura e di diffidenza nei confronti degli stranieri (un tempo i meridionali, oggi gli extracomunitari).

I numeri

E del resto i dati parlano da soli: gli stranieri a Castano sono ormai il 9% della popolazione (senza contare quelli che hanno ormai ottenuto la cittadinanza). Numeri che ci fanno capire come, alla fine, dovremo sempre più abituarci a considerare delle persone che magari portano il velo o hanno la pelle più scura come appartenenti ad un’unica ‘famiglia’, Italiani e Castanesi come tutti gli altri.