L’immobile è finito all’asta, servono almeno 120mila euro per ripianare i debiti accumulati in passato
di Vanessa Valvo
Una raccolta fondi per salvare la storica Casa delle Barche, che non rappresenta solo un ristorante, ma di certo molto di più per la memoria storica di tutti i castanesi e turbighesi. Parliamo della nota proprietà della famiglia Cogliati che, nei lontani anni ’50, fu in grado di valorizzare l’unico pezzo di Ticino della città di Castano costruendovi l’approdo per le barche e soprattutto un punto d’arrivo affascinante per viandanti e vacanzieri. Nell’angolo più remoto di Castano, infatti, si sono sempre riuniti pescatori, giocatori di carte, gli amanti della tintarella sugli splendenti sassi del fiume azzurro, nonché scrittori molto importanti che lì hanno trovato ispirazione, come il noto Giovannino Guareschi, che davanti al camino del locale, conversando con don Giuseppe, all’epoca parroco di Nosate, ideò la famosa sagra di Don Camillo. Un mix di suggestioni ha reso per decenni la Casa delle Barche un paradiso, trasformatosi solo di recente in un inferno per i suoi fondatori. La proprietà, infatti, è ora finita all’asta, mentre il suo diretto titolare è in ospedale, gravemente malato. Il locale sembra perduto: per pagare i debiti accumulati servono almeno 120 mila euro all’incontro d’asta che verrà fatto a gennaio in Tribunale. A lanciare il disperato appello è il nipote del fondatore, Manuele Cogliati, che contro tutte le più dure previsioni, vorrebbe riscattare il posto e restituirgli la gloria del tempo che fu. ” Purtroppo ho saputo solo di recente del problema debitorio che mio zio si è trovato sulle spalle – racconta – e proprio ora ha avuto anche un tracollo fisico, essendo gravemente malato di diabete. Non vorrei che la proprietà costruita con fatica, mattone dopo mattone, da mio nonno e da mio padre finisca in mano a estranei. Pur avendo altri impegni lavorativi, sono disposto a investire tempo e denaro per rimetterla in sesto, ma prima va riscattata all’asta, per questo chiedo a tutti quelli che l’hanno sempre avuta nel cuore di aiutarmi. La Casa delle Barche non è solo della mia famiglia, negli anni è diventata un bene di tutti, un patrimonio della zona. Tutti insieme, contribuendo anche con piccole quote, possiamo provare a salvarla. Ringrazio tutti quelli che vorranno credere in questo sogno”.