I militari che nel febbraio del 2014 arrestarono a Inveruno il pericoloso latitante Domenico Cutrì premiati con un prestigioso riconoscimento dal presidente della Repubblica
23 DICEMBRE 2020
INVERUNO (MILANO) – Erano stati loro, nel febbraio del 2014, a porre fine alla fuga di Domenico Cutrì, entrando armi in pugno in una casa in costruzione a Inveruno e arrestando il pericoloso latitante, che si era asserragliato con il suo complice Luca Greco.
La bandiera di guerra
Stiamo parlando degli uomini del Gis, il Gruppo di intervento speciale dell’Arma dei Carabinieri, che lunedì 26 ottobre si sono visti assegnare la cosiddetta ‘bandiera di guerra’. Il vessillo, che costituisce il simbolo dell’onore, delle tradizioni, della storia delle forze armate, è stato assegnato al Gis su decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella. La consegna della bandiera al corpo è avvenuta bandiera nel corso di una cerimonia solenne che si è svolta a Livorno. All’evento ha presenziato anche il comandante generale, il generale Giovanni Nistri.
I Gis dei Carabinieri
I Gis, nati come reparto antiterrorismo, hanno poi acquisito altri compiti e sono stati impiegati anche nell’ambito di missioni internazionali di pace. La loro missione principale sono però le azioni speciali, ad elevato rischio, nelle quali possa risultare necessario ricorrere all’uso delle armi.
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Il blitz a Inveruno
Situazioni molto simili a quella del febbraio di 6 anni fa. I militari individuarono Domenico Cutrì e il suo complice, in fuga dopo essere scappato dal carcere in seguito a una sanguinosa sparatoria durante la quale aveva perso la vita suo fratello, in un appartamento all’interno di un condominio in costruzione alla periferia di Inveruno. I due erano armati e Cutrì teneva a portata di mano la sua fida 357 ‘Magnum’, con il proiettile in canna.
L’arresto di Cutrì
Il latitante non ebbe però neppure avuto il tempo di impugnarla. Gli uomini del Gis spuntarono dal nulla pochi minuti prima dell’alba e meno di 50 secondi dopo aver fatto irruzione nell’edificio. Cutrì e Greco erano già ammanettati con la faccia a terra. Un vero e proprio blitz in stile militare, condotto con successo senza dover sparare neppure un colpo: un vero capolavoro di esperienza e professionalità. Anche per questo, hanno meritato l’assegnazione della ‘bandiera di guerra’.