Facebook aggiorna il suo algoritmo e dà l’addio al click baiting, la tecnica per la quale un utente è attirato a cliccare su un link attraverso un titolo sensazionalistico. In questa chiave, fa discutere il sito di Beppe Grillo, dove accanto a notizie e inchieste, a volte, i titoli sembrano riconducibili al click baiting

30 APRILE 2016

di Luca Scandroglio

Cos’è il click baiting?

Il click baiting è la tecnica mediante la quale un utente viene attirato attraverso un titolo forte a cliccare su un link affinché visiti un particolare sito web con inserzioni pubblicitarie. Il più delle volte il contenuto disattende l’aspettativa dell’utente, che abbandona rapidamente la pagina non appena intuisce di non aver trovato ciò che cercava.

Facebook cambia algoritmo: più spazio alla qualità

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Fra le notizie di questi giorni, balza all’occhio una grossa novità: l’aggiornamento dell’algoritmo News Feed di Facebook; stando a quanto è riferito dalla stessa società, il nuovo algoritmo privilegerà i contenuti più letti in luogo dei più cliccati. Questa modifica all’algoritmo provocherà una graduale sparizione degli articoli con titoli ‘farlocchi’ e sensazionalistici, la cui funzione è quella di attirare il visitatore sulla pagina affinché produca click o impressioni di banner pubblicitari. A beneficiarne saranno i contenuti lunghi e ben strutturati che, al contrario, saranno sempre più visibili.

Fa discutere il sito di Beppe Grillo: notizie o click baiting?

Un grosso problema per Beppe Grillo, che avrebbe spesso usato la tecnica del click baiting ogni volta che la montagna partoriva il topolino.

Ma quanto guadagna Beppe Grillo con il suo sito web?

Difficile fare una stima. Le inserzioni pubblicitarie sul sito di Beppe Grillo esulano del tutto dai circuiti della pubblicità web convenzionale, principalmente basata su Google AdSense, le cui remunerazioni possono essere oggetto di un calcolo che – se pur azzardato – ci aiuta a comprendere meglio i grossi interessi nascosti dietro a un semplice click. Abbiamo cercato una risposta a questa domanda partendo dai dati disponibili sulle piattaforme Alexa e SEMRush. Bene, secondo le nostre stime, il sito web di Beppe Grillo produce non meno di 500.000 click al giorno, collocandosi al 296esimo posto in italia per quantità di traffico. Nel nostro calcolo consideriamo il sito web stesso come popolare e specializzato. Per facilitare il calcolo, ipotizziamo che nessun utente clicchi su nessuna pubblicità limitandosi all’impression, alla semplice visualizzazione della stessa, tenendo quale prezzo di mercato medio quello di Google Adsense, arrotondando questa volta per difetto, al solo scopo di individuare un numero finito. Il Risultato? Se si ricevessero 5 euro ogni 1000 click (arrotondati per eccesso) in virtù dell’alta specializzazione della pagina, i 500.000 accessi quotidiani per una media di circa 2 pagine visitate per ogni utente (arrotondato per eccesso in quanto il numero è 1,92) il risultato è un numero impressionante. Parliamo di una media di 5000 euro al giorno di proventi pubblicitari.

Titoli sensazionalistici?

Questo calcolo non tiene conto delle migliori condizioni in cui il sito di Beppe Grillo è rispetto a tutti gli altri siti web dei comuni mortali. Il sito si serve, infatti, di circuiti pubblicitari ben più redditizi. Risulta dunque facile da comprendere il motivo per cui si sia specializzato in titoli come questo:

beppe grillo clickbaiting In altri casi sembra invece che ritrovi le parole:

beppe grillo clickbaiting

La cosa non è sfuggita ai più esperti, che una volta accorti della ‘gabola’ sembra si siano sentiti semplici macchine da click, con buona pace dei grillini più convinti.

L’importanza della “promessa”.

Nella comunicazione è molto importante mantenere la cosidetta “promessa”. Ogni messaggio pubblicitario ne contiene una. Prodotti migliori, piu’ efficaci, soluzioni a problemi pratici. Ogni prodotto che acquistiamo lo acquistiamo in virtu’ della promessa che ci fà. E qual’è la nostra reazione quando scopriamo che il prodotto non funziona? Smettiamo di acquistarlo? Ci arrabbiamo? Non è politica: è logica. E mentre i sostenitori piu’ convinti non si accorgeranno nemmeno della “trappola”, gli indecisi (la fetta piu’ importante dell’elettorato) queste cose le nota eccome e se ne stufa facilmente, sopratutto quando si sente raggirata, come nella migliore nostra tradizione politica.

Una nuova sfida dunque per Beppe Grillo che ora dovrà inventarsi qualcosa di meglio.