Firmare contro l’aborto, questo l’appello di don Giuseppe Galbusera dal pulpito. “Il medico faccia sentire alla donna che intende abortire il battito del cuore del feto”, Reazioni contrastanti tra i fedeli
CORBETTA (MILANO) – Un invito esplicito: firmare contro l’aborto. Un appello a sottoscrivere una controversa proposta di legge di iniziativa popolare in tema di aborto. A rivolgerlo ai fedeli corbettesi è stato il parroco don Giuseppe Galbusera. L’appello è stato rivolto al termine della Santa Messa di domenica scorsa, 10 settembre.
Firmare contro l’aborto
Il sacerdote, al termine della celebrazione eucaristica delle 11,30. E’ salito sull’altare per leggere i consueti avvisi sugli eventi della settimana. Poi don Giuseppe si è rivolto ai fedeli con parole chiare: “Invito tutti a recarsi in Comune per firmare la proposta di legge che prevede che il medico, prima di effettuare l’aborto, faccia sentire alla donna il battito del cuore del feto che porta in grembo. Questa scelta va al di là dell’appartenenza politica, ma è semplicemente il dovere di ogni buon cristiano”.
Discussioni sul sagrato
Molti fedeli non hanno capito a che cosa si riferisse esattamente il parroco. E all’uscita della chiesa si sono formati alcuni capannelli di persone che si sono messi a discutere dell’argomento. Don Giuseppe, del tutto legittimamente, ha invitato i fedeli a firmare una proposta di legge di iniziativa popolare. Si tratta di uno strumento previsto dall’articolo 71 della Costituzione, dal titolo “Un cuore che batte”.
Proposta di iniziativa popolare
Il comitato promotore è l’associazione cattolica Ora et Labora in Difesa della Vita. Che ha redatto un testo che è stato depositato in tutti i Comuni d’Italia e che prevede una modifica alla legge 194 del 1978, nota come legge sull’aborto. La proposta vuole introdurre una norma che recita: “Il medico che effettua la visita che precede l’interruzione volontaria di gravidanza ai sensi della legge è obbligato a far vedere, tramite esami strumentali, alla donna intenzionata ad abortire, il nascituro che porta nel grembo e a farle ascoltare il battito cardiaco dello stesso”.
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Servono 50.000 firme
Il testo proposto ha destato perplessità in molte forze politiche, soprattutto perché si ritiene che colpevolizzi ingiustamente la donna che sceglie di interrompere la gravidanza. Nessun grande partito, almeno finora, ha infatti deciso di appoggiare la proposta di legge. Se entro il 7 novembre si saranno raccolte almeno 50.000 firme in tutta Italia, il testo arriverà in Parlamento e a quel punto sarà votato.