Un giornalista pagato per fare campagna elettorale, in nero e con denaro prelevato da una cassetta di sicurezza in Svizzera, dove un politico locale militante di un partito di centrodestra deposita i suoi soldi. Esisterebbero foto e video. Si indaga, anche la Guardia di finanza ne sarebbe informata

22 APRILE 2016

di Redazione

CORBETTA (MILANO) – C’è grande movimento nella ridente Corbetta, splendida cittadina di 18.000 abitanti in provincia di Milano, dove il prossimo giugno si vota per eleggere il sindaco e il consiglio comunale. C’è grande confusione. E la situazione, dunque, è eccellente. Vincitore annunciato è il Pd, che si presenta con una lista civica, dove sono confluiti anche ex esponenti di Forza Italia. In casa centrodestra, invece, regna il caos: quel che resta dei berlusconiani ha litigato con la Lega Nord e la coalizione che governa la città dal 2011 si è spaccata. Si profilano due liste, ma ancora non è chiaro chi saranno i rispettivi candidati sindaci né chi, alla fine, accetterà di correre come semplice consigliere. Tutti, in generale, sono in cerca di visibilità.

Il ruolo della comunicazione

Essere visibili non è semplice: bisogna fare qualcosa che sia degno di nota oppure dire qualcosa di intelligente. E per qualcuno è impresa assai ardua. Allora succede che la visibilità, se non la puoi avere, te la compri. Prendi un giornalista sensibile ai soldi e avvezzo a flirtare con la politica, gli molli una mancia e speri che la tua faccia compia qua e là, su giornali o blog, assieme a qualche articolo celebrativo. Servirà? No, ma i politici non lo sanno e i giornalisti spregiudicati, spesso, se li ‘intortano’. Questo però è un altro discorso.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

La cassetta di sicurezza in Svizzera

Alla fine non c’è nulla di male se un politico assume un giornalista come addetto stampa e lo paga per curare la sua comunicazione. A due condizioni. La prima: che questo giornalista non faccia, in contemporanea, il cronista sui giornali o sui blog e il portavoce di un politico (sarebbe in conflitto d’interessi e violerebbe il suo codice deontologico). La seconda: che questo giornalista sia pagato regolarmente. E il punto è proprio questo: il giovane politico di cui stiamo parlando, militante di un partito del centrodestra corbettese, si è rivolto a un giornalista per curare la propria campagna elettorale e i due hanno concordato pure la cifra (6.000 euro), cifra che però è corrisposta in nero. Il denaro viene dalla Svizzera. Lo stesso politico – che frequenta la Confederazione per ragioni private: esisterebbero foto e video – se n’è vantato in pubblico, asserendo di possedere una cassetta di sicurezza in Svizzera.

Le indagini

Le voci corrono e, in base alle nostre informazioni, sarebbero giunte anche alla Guardia di finanza, che starebbe già svolgendo le prime indagini. E’ una brutta storia, quella che arriva da Corbetta. E ci dispiace che i nomi dei protagonisti debbano restare riservati. Almeno per ora.