Episodio deplorevole ad Arluno, nel Milanese, dove una donna è stata ferita da una pistola a pallini. Era scesa con il cane, le hanno sparato dal balcone di un condominio. I Carabinieri interrogano gli inquilini
1 MAGGIO 2020
ARLUNO (MILANO) – Ad Arluno c’è chi il 25 Aprile impugna ancora la rivoltella e spara. Per fortuna si può ironizzare, ma quanto accaduto sabato scorso poteva avere gravi conseguenze: una donna di 42 anni è stata colpita a una gamba da un colpo di pistola a pallini.
I fatti
L’arlunese era uscita per portare il cane a passeggio lungo la pista ciclabile. Erano circa le 18, quando all’angolo di via 4 Novembre ha sentito uno sparo. Il proiettile vagante l’ha ferita al polpaccio sinistro, da cui è iniziato a fluire del sangue. La malcapitata ha chiamato i carabinieri, che a loro volta hanno allertato un’ambulanza. Sul posto anche una pattuglia della Polizia locale e della Protezione Civile.
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Il proiettile
Gli agenti hanno ritrovato il proiettile: un pallino giallo di plastica. La lieve entità della lesione ha scongiurato il ricovero in ospedale, oltretutto rischioso in tempi di Covid-19. In serata la donna ha raccontato l’intera vicenda sul proprio profilo Facebook, tranquillizzando tutti gli amici: “Sto bene, ma poteva essere una disgrazia se mi avessero preso in un occhio. Appena riceverò il referto sanitario dal medico di base sporgerò denuncia ai carabinieri”.
Le indagini
Chi può essere stato? E perché ha sparato? La zona dove si è verificato il fatto si trova in centro, a pochi passi dal municipio. Eppure qualche indizio c’è, come spiega ai nostri microfoni il marito della 42enne: “In quel punto c’è un palazzo con tre balconi. Due di questi avevano le serrande abbassate mentre in uno erano aperte. Da lì può essere partito il colpo”.
L’ipotesi
I militari dell’Arma, non avendo un mandato di perquisizione, hanno rivolto solo alcune domande agli inquilini. Le indagini proseguono anche per evitare che il gesto possa ripetersi. Non è escluso, infatti, si sia trattato di un episodio di caccia al runner, cioè di un’intimidazione verso i passanti da parte di qualcuno a cui la segregazione domestica ha dato alla testa.