Alcune ricorrono allo smart working con le video-chat, altre hanno risparmi da parte, altre ancora sono costrette a chiedere i sussidi. “Ma lo Stato – dicono le professioniste – ci ha abbandonato”

di Redazione

6 APRILE 2020

ROMA – Tra i 2 milioni di italiani che che hanno presentano domanda all’Inps per i 600 euro ci sono anche le escort. Dagli ultimi dati di Escort Advisor, il sito di recensioni di escort più visitato in Europa, emergono diversi comportamenti delle donne che praticano il mestiere più antico del mondo in questo momento di blocco totale delle attività.

Smart working

C’è chi, per esempio, ha adottato lo smart working, offrendo videochiamate erotiche ai propri clienti, che in queste settimane non possono uscire di casa. Altre escort, invece, hanno deciso di fermarsi del tutto, dal momento che hanno risparmi sufficienti per vivere. Altre ancora però se la passano male, al punto di chiedere aiuto ad associazioni ed enti come la Caritas per riuscire a sopravvivere.

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Numeri del sesso a pagamento

Durante l’anno in media lavorano 120.000 escort online in Italia. Il dato è imponente, basti pensare che in tutta la Penisola i pizzaioli sono 105.000. Un danno ancora maggiore se si pensa che i mesi più redditizi per il settore sono mediamente aprile, maggio e ottobre. Ciò indica come questo momento sia ancora più drammatico per i mancati guadagni.

Indagine di mercato

Secondo un sondaggio in merito alla possibilità di richiedere il sussidio all’Inps o qualsiasi altra forma di aiuto ad enti e associazioni, eseguito da Escort Advisor, emerge che il 46% non farà richiesta all’Inps, il 28% lo farà solo se la crisi durerà parecchi mesi, il 14% non lo esclude a partire da maggio e il 12% lo ha già fatto, pur nutrendo forti dubbi sull’esito finale.

“Lo Stato ci ha abbandonate”

Dalla stessa ricerca emerge poi una lunga serie di lamentele da parte delle professioniste del sesso. Racconta Rossana, escort di Firenze: “Siamo abbandonate a noi stesse. Quello che sta accadendo è l’esempio di una fascia della popolazione lasciata indietro come e più di altre. A noi, come a tutti, richiedono di pagare le tasse per un lavoro non riconosciuto e difficile da documentare. Ho due bambini e non riesco nemmeno a mettermi a fare video-chat erotiche, perché non posso lasciarli da soli e perché non ho uno spazio dedicato per farlo in casa senza che mi vedano”.

“Introiti dimezzati”

Secondo Chiara, escort di Milano, il punto non è lo smart working, ma gli introiti: “Io sono fortunata, non mi manca niente, ho un’abitazione privata dotata di tutti i comfort, dei risparmi da parte e una solida attività principale che mi permette di continuare a lavorare in smart working, ma sto comunque accusando il colpo: gli introiti si sono dimezzati”.

Clienti in trepida attesa

Un dato tuttavia fa ben sperare per il futuro. Gli utenti di Escort Advisor sono in crescita e continuano a visitare gli oltre 68.700 profili di ragazze disponibili, in attesa che la crisi passi e che si possa ricominciare a frequentare le professioniste.

Servio sociale

“Molte persone – spiega sempre Chiara – si sentono sole e faticano a trovare quell’intimità che si può avere con chi si conosce di persona: non bastano sterili video porno o sbrigative telefonate erotiche da dieci minuti. Si ha bisogno della “chiamata emozionale”, che poi diventa erotica. Si ha bisogno di sentire l’energia di una donna, come noi ragazze dobbiamo sentire quella di un uomo. Sentirsi desiderati è importante, visto lo stato di isolamento che siamo costretti a vivere”.