Intervista a tutto campo alla preside di Arluno, nel Milanese. Aule in mensa, docenti negativi al test, pranzi sui banchi e ‘zaino agile’: così cambierà l’insegnamento (nonostante le mancanze del Ministero).

13 SETTEMBRE 2020

di Francesco Bagini

ARLUNO (MILANO) –Quello che potevamo fare lo abbiamo fatto“: esordisce così Alessandra Grassi, dirigente scolastico di Arluno, nel Milanese, quando la contattiamo a poche ore dal fatidico 14 settembre. Domani infatti gli studenti torneranno nelle proprie classi, a oltre 6 mesi dall’ultima campanella.

Preside Grassi, che estate ha vissuto?

Difficile. La ripartenza è stata disagevole. Pensi che tra linee guida e norme, pubblicate da Ministero e Regione, arriviamo a più di 180 pagine. Spesso i messaggi sono stati contraddittori e opachi. Senza contare poi le promesse non mantenute“.

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Si riferisce ai banchi con le rotelle?

Sì, ne avevamo richiesti 250, ma non sono arrivati. Così come non si è visto il personale aggiuntivo e mancano ancora numerosi docenti“.

Nonostante le difficoltà siete pronti?

Sì. Per questo voglio subito ringraziare le amministrazioni comunali di Arluno e Vanzago, che hanno sistemato e ristrutturato gli spazi. Un forte plauso va anche all’Associazione Genitori, che ha trovato i volontari per sorvegliare ingressi e uscite, al personale ATA, che si è prodigato in traslochi e pulizie, e agli insegnanti, che hanno dimostrato grande professionalità“.

borraccia comunale scuola arluno
Il dono. In segno di benvenuto l’amministrazione comunale arlunese regalerà una borraccia a tutti gli alunni

Dove faranno lezione i ragazzi arlunesi?

Siamo riusciti a tenerli uniti, ciascuno con i propri compagni. Per far questo abbiamo riconvertito degli ambienti. Per esempio, uno spazio usato per la mensa ospiterà le lezioni nel plesso Pellico. A Rogorotto invece sfrutteremo il centro civico e il refettorio più piccolo della scuola De Filippo. Ciò significa che mangeranno in aula alcune sezioni della Marconi, della Pellico, della De Filippo e tutti i bambini della Girola“.

Si dovrà portare la mascherina?

No, perché tra i banchi è garantito il metro ‘da bocca a bocca’. Per questo motivo la mascherina sarà obbligatoria solo nei momenti ‘dinamici’: per esempio, quando un alunno sale le scale o si muove all’interno della classe. In più ogni edificio ha ingressi e uscite scaglionati e differenziati“.

Scuolabus, pre e post sono stati confermati?

Le iscrizioni si sono chiuse il 4 settembre. Partiranno, come la mensa, dopo il referendum, mercoledì 23“.

classe covid arluno
Distanza di sicurezza. L’interno di una classe dell’Istituto Comprensivo arlunese

Gli insegnanti hanno svolto il test sierologico?

È stata data loro la possibilità di effettuarlo su base volontaria. Gli esiti sono riservati, ma c’è l’obbligo di segnalare ai presidi l’eventuale positività. Ad Arluno non ci sono casi“.

Però ci sono cattedre scoperte: colpa della paura?

No. Piuttosto l’organico non è ancora completo a causa dei ritardi delle nomine dell’Ufficio Scolastico di Milano“.

Invece tra i genitori c’è preoccupazione?

Non mi pare, i docenti si sono già confrontati con le famiglie attraverso delle video-conferenze“.

scuola pellico arluno
Arluno. La scuola primaria Silvio Pellico, in via Enrico Toti 2

Cambierà l’insegnamento?

Semplificheremo alcune azioni: ci sarà uno ‘zaino agile’, dei mini intervalli, letture ad alta voce e giochi di società. Offriremo una socialità che non sarà per forza una socialità fisica. Quest’anno inoltre debutta l’educazione civica: un’ulteriore occasione per riflettere sul valore del rispetto reciproco e dello stare insieme. Convivere con queste norme sarà un momento educativo“.

Ricorrerete comunque alla didattica a distanza?

No, non è prevista“.

In Italia c’è un atteggiamento troppo ‘protettivo’ nei confronti degli studenti?

Non è questo il punto. Se mai la causa dei tanti divieti è il testo unico sulla sicurezza. È pressante ed equipara i dirigenti scolastici ai datori di lavoro. Per evitare di incorrere a dei contenziosi si è spesso costretti a vietare. Pensi che in altri Paesi d’Europa a scuola si può cucinare o fare piccole opere edili. Da noi non si possono nemmeno usare le bombolette spray per un murale. D’altro canto, però, in Italia abbiamo il vizio del ricorso“.

Politica e media sembrano riscoprire oggi la centralità della scuola: è infastidita?

Mi piacerebbe che tale rinnovato interesse verso l’istruzione non si fermi e, anzi, permetta di andare avanti nel rinnovamento, al di là dell’emergenza sanitaria. Però le leggi devono scriverle coloro che hanno avuto a che fare con quella che io definisco la ‘scuola del quotidiano‘”.