Le Fiamme Gialle hanno scoperto un giro di vendita abusivo di tombe che vedrebbe coinvolte in tutto 17 persone, fra i quali funzionari comunali. Fra i reati contestati agli indagati, abuso d’ufficio, sottrazione di cadaveri e ricettazione
2 aprile 2016
FRANCAVILLA DI SICILIA (MESSINA) – Spostava i morti per rivendere ad altri le tombe, arrestato dalla Guardia di Finanza custode del cimitero. Denunciate altre 16 persone. Scoperto dai finanzieri dipendenti del comando provinciale di Messina un giro di vendita e ampliamento illegale di loculi e tombe al cimitero monumentale di Francavilla di Sicilia.
Vendita illegale di tombe
Le indagini sono state condotte sotto la direzione della Procura di Messina e del Sostituto procuratore Antonio Carchietti. Il custode del cimitero, il dipendente comunale Tindaro Scirto (destinatario di ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal Tribunale di Messina) avrebbe messo in piedi un vero e proprio sistema di corruzione al cimitero e di vendita illecita degli spazi, sfruttando la funzione pubblica che rivestiva. Il tutto con l’ausilio di altri indagati, fra i quali funzionari comunali, un medico dell’Azienda Sanitaria Provinciale di Messina, operai edili e prossimi congiunti di alcuni defunti. Sono tante le condotte illegali che secondo i militari delle Fiamme gialle il custode avrebbe tenuto nel giro di corruzione al cimitero. Secondo le indagini, l’uomo avrebbe in più occasioni simulato la compravendita di spazi destinati ai defunti, dietro al pagamento di compensi che andavano dai 3.500 euro ai 5.000 euro. Inoltre, avrebbe approfittato della buona fede di aventi diritto, facendo loro firmare dei documenti che consentivano di disporre dei luoghi di sepoltura a favore degli eredi di altri defunti.
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Resti di morti in buste di plastica
Ma il sistema di corruzione al cimitero andava anche oltre. Secondo quanto risulta dalle indagini, in concorso con altri indagati, il custode avrebbe spostato un defunto dal cimitero monumentale a un altro più recente, in modo da avere più spazio a disposizione. E ancora avrebbe riposto i resti di un morto in una busta di plastica, lasciata all’interno della tomba, che poi avrebbe fatto occupare da un altro soggetto. Analoga la sorte per le spoglie di altre persone le cui generalità sarebbero state cancellate dalle originarie lapidi marmoree.
Falsificazione dei registri
Per mascherare il giro di corruzione al cimitero, l’ormai ex custode avrebbe falsificato i registri del cimitero e i verbali di estumulazione e tumulazione. Secondo i finanzieri, il custode avrebbe sfruttato la conoscenza del cimitero e di chi lo frequentava per individuare le tombe e i loculi che difficilmente sarebbero state reclamate da eventuali eredi.
I reati contestati dalla Procura
Sono state dunque complessivamente denunciate 17 persone, fra le quali alcuni familiari di defunti che avrebbero pagato per assicurare ai loro cari una sepoltura al cimitero monumentale (ritenuto più prestigioso rispetto all’altro) e due funzionari comunali precedentemente addetti al servizio cimiteriale. Per uno di questi ultimi, che aveva funzioni di vigilanza e controllo sulle operazioni connesse all’attività di sepoltura, la Procura ha chiesto l’interdizione dai pubblici uffici, insieme al custode. Sono tanti i reati contestati ai vari soggetti indagati: corruzione e istigazione alla corruzione, abuso d’ufficio, violazione di sepolcro, vilipendio e sottrazione di cadavere, ricettazione, falso ideologico, nonché esecuzione di lavori su area sottoposta a vincolo architettonico in difetto di autorizzazioni.