A Bareggio, alle porte di Milano, l’hotel Novara, che avrebbe dovuto ospitare un gruppo di profughi, è stato incendiato. Sulle cause del rogo, di origine chiaramente dolosa, indagano gli inquirenti. Al momento sono tre le ipotesi in campo

2 LUGLIO 2017

di Francesca Ceriani

BAREGGIO (MILANO) – Un incendio misterioso, quello che si è verificato all’Hotel Novara Expo di Bareggio, nel Milanese. L’albergo, secondo un’ipotesi amministrativa, avrebbe potuto ospitare fino a 100 profughi.

I fatti

Nella serata di venerdì 23  giugno, poco prima della mezzanotte, i Carabinieri di Bareggio, impegnati in un servizio di routine al vicino parco Arcadia, sono intervenuti, dopo una segnalazione giunta al 112, all’esterno dell’Hotel di via Santa Maria, dove era in corso un incendio. Grazie al lavoro dei Vigili del fuoco, il  rogo è stato domato e l’area è stata delimitata con il nastro rosso (nastro che, oggi, è stato misteriosamente tolto). Nei giorni successivi all’incendio i Carabinieri hanno controllato che nessuno entrasse nella struttura (dalle porte o dalle finestre lasciate aperte) con l’intento di rubare i molti oggetti che vi si trovato ancora all’interno.

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Le indagini

Gli inquirenti stanno ancora indagando sull’episodio, ma qualche dettaglio è già trapelato. La struttura era gestita, ultimamente, da persone di nazionalità cinese che già da alcuni mesi avevano chiuso l’albergo a tre stelle. Nel rogo è stato coinvolto anche il ristorante ‘La rustica’, che si trova nello stesso edificio e aveva chiuso i battenti giusto la settimana prima. Al momento i Carabinieri della compagnia di Abbiategrasso non si sbilanciano: “I vigili del fuoco non hanno trovato liquidi infiammabili o inneschi. Dalle fiamme sono stati danneggiati soprattutto gli interni e una buona porzione della cucina del ristorante, ora inutilizzabile”. L’ipotesi più probabile resta comunque il dolo.

Le pista del razzismo 

Sono però almeno 3 le strade battute dagli inquirenti. La prima. Da un mese a questa parte in paese circolava la voce della disponibilità, da parte dell’hotel, a ospitare un numero ancora indefinito di migranti, circostanza che potrebbe aver scatenato gli istinti di qualche razzista. Il sindaco di Bareggio, durante un consiglio comunale, aveva chiarito: “L’albergo da circa due anni vive una grave crisi e credo abbia dichiarato fallimento. Il protocollo d’intesa con la Prefettura sostiene che, laddove si trovi una struttura che possa essere capiente a sufficienza, questa struttura venga occupata nella sua interezza, anche allocando persone ospitate nei paesi vicini. L’aver sottoscritto il protocollo però ci tutela: a Bareggio non potranno essere ospitate più di 20 persone”. Questo significa che, prima della sottoscrizione del documento, la possibilità che la struttura ospitasse i migranti c’era ed era concreta.

La pista dei debiti

La seconda ipotesi sull’incendio riguarda invece la situazione economica in cui versava la società. Anche se la circostanza non è stata ancora confermata, è cosa risaputa che vi fossero dei debiti tra il gestore della struttura e il proprietario. Gli inquirenti, quindi, indagano anche sulla possibilità che l’incendio sia stato appiccato da una delle parti interessate a riscuotere il premio dell’assicurazione.

La pista della mafia

Infine la terza ipotesi: le mani della mafia sul business dei profughi. Forse la disponibilità dell’hotel ad accogliere i migranti ha dato fastidio a qualcuno che aveva già ‘programmato’ l’accoglienza presso altre strutture (appartamenti, cascine o villette) in mano a famiglie malavitose. Tante ipotesi e nessuna certezza, quindi. Ma ben due piste su tre sono rivolte al business dei migranti. Solo un caso?