Bufera sui Carabinieri di Cuggiono, nel Milanese. Secondo la figlia dell’anziano, vittima dell’incidente, “i militari non hanno svolto i rilievi planimetrici, non hanno consegnato il foglio con le generalità dell’investitore, non lo hanno sottoposto all’alcol test né gli hanno ritirato la patente o sequestrato il mezzo. Infatti continua a girare libero e guidare per il paese”. Quest’ultimo, nel 2001, fu responsabile di un scontro automobilistico mortale

15 NOVEMBRE 2016

di Francesco Colombo

BUSCATE-CUGGIONO (MILANO) – Un uomo di 76 anni residente a Buscate, nel Milanese, viene investito mentre pedala in bicicletta. E sua figlia accusa i Carabinieri della stazione di Cuggiono: “Non hanno svolto correttamente il loro dovere”. E’ amareggiata e delusa Simona Rizzotto, residente a Buscate. Suo papà, Giancarlo Rizzotto, 76 anni, ora si trova in ospedale. Le sue condizioni sono gravi: diverse emorragie cerebrali, fratture in tutto il corpo, focolai. Addirittura la rottura della teca cranica: conseguenza, questa, che si verifica solo quando l’impatto è molto violento. E in effetti, così è stato.

I fatti

Giovedì 20 ottobre l’uomo, in perfetta salute, sta pedalando in sella alla sua bici a Buscate. Tutto accade in un attimo: Rizzotto viene investito da un’auto condotta da Fabio S., 35enne di Buscate che 15 anni fa si rese protagonista di un altro scontro ancora più grave, nel quale perse la vita un giovane buscatese. L’uomo viene soccorso nel giro di poco tempo dai soccorritori del 118 e viene trasportato in ospedale in codice rosso: i sanitari comunicano alla figlia che difficilmente riuscirà a superare le 48 ore, ma Giancarlo è forte e resiste. Intanto sul posto arrivano i Carabinieri di Cuggiono.

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Accuse all’Arma

Secondo Simona, l’operato dei militari non sarebbe stato impeccabile: “Innanzitutto – spiega la figlia Giancarlo Rizzotto a Libera Stampa l’Altomilanese – i Carabinieri non hanno svolto alcun rilievo planimetrico dell’incidente, quando invece dovrebbe essere obbligatorio per legge. Mi fa strano poi pensare che l’uomo non sia stato sottoposto a nessun accertamento, come ad esempio l’alcool test. Questo signore oggi guida indisturbato ed è libero di andarsene in giro, come se nulla fosse successo. Non gli è stata ritirata la patente e non gli è stato sequestrata l’auto”. Continua Simona Rizzotto: “Addirittura i Carabinieri non mi hanno consegnato il foglio delle generalità. Si tratta di un documento nel quale i militari annotano i dati di chi ha subito l’incidente e di chi invece l’ha provocato”.

Insulti in caserma

Perplessa sull’operato degli uomini in divisa, Simona si presenta qualche giorno dopo in caserma a Cuggiono. Pretende spiegazioni ma, soprattutto, pretende di avere in mano i dati di chi ha quasi ammazzato suo papà. “Ho parlato con il piantone di turno – racconta – ma non era informato dell’incidente. Dopo mie ripetute richieste, si è spazientito e mi ha trattato male. Assurdo pensare che io abbia un papà grave in ospedale, una mamma anche lei malata, e debba persino essere trattata così”.

Avvocati in campo

A quel punto, la giovane di Buscate decide di rivolgersi al suo legale, l’avvocato Manuela Cuia di Abbiategrasso, che ha già spedito alcuni fax ai Carabinieri di Cuggiono per sottolineare tutte le inadempienze che, a suo dire, sarebbero state compiute nei momenti successivi all’incidente. Un’accusa quindi non tanto all’Arma dei Carabinieri in quanto tale, che in tutto il territorio del Legnanese è stimata per la presenza costante e preziosa, quanto a un comportamento che avrebbero tenuto alcuni militari cuggionesi (il condizionale è d’obbligo, in quanto saranno effettuati tutti gli approfondimenti del caso). “Sicuramente – spiega Simona – denunceremo l’investitore per l’incidente e per le lesioni che ha provocato a mio padre. Io abito a 500 metri da chi lo ha investito, io non condanno nessuno perché tutti possiamo sbagliare, ma quello che distingue una persona è ammettere di avere sbagliato e prendersi le proprie responsabilità. Un semplice ‘mi dispiace’ magari avrebbe potuto fare la differenza”.

Il parere dei medici

Fortunatamente – ed è questa la cosa più importante – le condizioni di salute di Giancarlo Rizzotto stanno pian piano migliorando. In ospedale c’è cauto ottimismo, “anche se – avverte la figlia – io non so se e come si riprenderà da questo incidente. Non sappiamo se potrà ancora camminare o meno”. La speranza dei medici è che l’uomo possa recuperare al 100 per 100, ma la strada è difficile. E ancora lunga.