Il parroco di Casorezzo, nel Milanese, era irreperibile. Lo sfogo della figlia della defunta: “Mi hanno detto ‘Se avete fretta, andate altrove’. Sono rimasta senza parole”
27 OTTOBRE 2018
CASOREZZO (MILANO) – I disguidi, nella buona e nella cattiva sorte, possono capitare, che si tratti di convogliare a nozze o traghettare il corpo di un defunto nell’aldilà. E proprio quest’ultima circostanza riguarda il comune di Casorezzo, dove una cittadina ha deciso di raccontare la triste storia che ha vissuto dopo la morte di sua madre.
Parroco irreperibile
La signora, contattando un’agenzia di pompe funebri, fa sapere che sua madre è deceduta presso la casa di risposo ‘Sodalitas’ di Busto Garolfo il 27 settembre scorso. Da allora, una volta allestita la camera ardente nella struttura, si è prodigata al fine di organizzare il rito funebre. A questo punto, il suo racconto si fa concitato: “Ho contattato il Comune per chiedere che venisse svolto il funerale nella giornata di sabato 29 settembre, ma mi hanno risposto che non c’era alcuna disponibilità del servizio per quella data. Inoltre, don Eugenio Baio (parroco di Casorezzo, ndr) risultava assente e non ci sarebbe stato prima di lunedì 1 ottobre”.
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La risposta choc del Comune
A quel punto la cittadina, non sapendo come comportarsi, chiede delucidazioni ai dipendenti del Comune: “Ho chiesto come fosse possibile che il parroco non ci fosse – continua la donna – ma a quel punto ho sentito una dipendente comunale rispondere ‘Se ha tanta fretta, lo faccia fare a Busto Garolfo!’ Io sono rimasta basita e senza parole, non pensavo che in Comune mi avrebbero risposto così male, in un momento così delicato poi”.
La difesa del sindaco
La matassa di questa incresciosa situazione viene però dipanata dal sindaco Pierluca Oldani, che fa alcune considerazioni importanti: “Comincio col dire che la signora ha chiesto i funerali di sabato pomeriggio, ma sono anni che questo servizio non viene più svolto nel pomeriggio del sabato nel nostro paese, anche prima del mio mandato iniziato nel 2014. Per quanto riguarda invece la brutta risposta della dipendente, a me non risulta che ci sia stato niente. Ho saputo dello spiacevole episodio e ho chiesto delucidazioni all’impiegata, ma è caduta dalle nuvole. Quello che posso dire è che in un momento di dolore come quello della signora una parola di troppo o pronunciata male può generare un brutto equivoco. Non nego che in ufficio ogni tanto ci sia un clima ad alta tensione per l’enorme lavoro che c’è da fare, ma è da quando ci siamo insediati che ho tra i vari obiettivi quello della buona comunicazione con il cittadino”. Oldani, infine, si sofferma su quello che pare essere stato l’unico grande problema del ritardo del funerale: “L’indisponibilità del parroco avrebbe impedito lo svolgimento del funerale anche se fossimo riusciti a organizzarlo per tempo. Abbiamo avuto disponibilità a svolgerlo lunedì anche e soprattutto perché c’era don Eugenio Baio. Quindi, mettendola così, il vero disguido è stato questo”.