Si chiama Vincenzo Sciarra – incensurato, litografo di professione e residente a Inveruno – l’uomo che i Carabinieri hanno fermato lo scorso 7 agosto con la droga nel furgone per un valore 2 milioni di euro. Da anni è un volontario dei Vigili del fuoco. Il Gip respinge gli arresti domiciliari: il 56enne resta in carcere
12 AGOSTO 2020
INVERUNO (MILANO) – Si chiama Vincenzo Sciarra il litografo inverunese di 56 anni fermato con 210 chili di hashish: incensurato, è da anni un volontario dei Vigili del fuoco.
I fatti
Nel pomeriggio del 7 agosto i Carabinieri fermano un furgone a Busto Garolfo lungo la strada provinciale che da Legnano conduce a Inveruno. Alla guida un uomo di 56 anni, residente a Inveruno, che tradisce un certo nervosismo. I militari procedono così a un controllo più approfondito del mezzo.
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Il doppio fondo
Durante la perquisizione i Carabinieri si accorgono che il veicolo è dotato di un doppiofondo, all’interno del quale ci sono 6 sacchi di juta che contengono 210 chili di hashish, suddivisi in panetti da 100 grammi.
Perquisizione a casa
La perquisizione si estende alla casa del 56enne, dove viene trovata altra droga (pochi grammi di marijuana), un bilancino di precisione e due ricetrasmittenti.
Negati arresti domiciliari
Al volontario dei Vigili del fuoco di Inveruno, dopo l’interrogatorio in carcere, sono stati negati dal Gip gli arresti domiciliari, richiesti dal suo avvocato: Sciarra, per ora, resta in cella.
L’inchiesta di allarga
Intanto la Compagnia dei Carabinieri di Legnano prosegue le indagini. Il sospetto è che il 56enne, fermato dai militari di Busto Garolfo, non sia un semplice spacciatore, bensì uno dei responsabili di un’organizzazione più vasta. Un uomo di fiducia, tanto da affidargli un ingente quantitativo di droga per un valore complessivo di 2 milioni di euro.
La criminalità inverunese
I militari indagano ora sui capi di questa organizzazione, che sarebbero riconducibili a una nota famiglia inverunese di pregiudicati, già al centro di molte altre vicende giudiziarie.