Il 49enne di Ossona, in provincia di Milano, è risultato inattendibile agli occhi dei giudici: non ricordava di essere stato preso a sprangate.

18 NOVEMBRE 2018

di Francesca Ceriani

OSSONA (MILANO) – Il pizzaiolo O.A., detto ‘Willy’, 49enne tunisino che gestisce una pizzeria a Ossona, in provincia di Milano, salito agli onori della cronaca per due episodi di spaccio, torna a far parlare di sé. Il pizzaiolo, in Italia da quasi 30 anni, era stato arrestato nell’aprile 2017 e nel luglio scorso per spaccio: pizzicato dai Carabinieri mentre cedeva alcune dosi a un cliente del suo negozio, l’uomo era stato portato in carcere.

L’episodio del 2013

Ma un altro episodio, successo nel 2013 e mai venuto allo scoperto, vede come protagonista proprio Willy. Il 27 marzo del 2013 ad Arluno il 49enne è vittima di un incidente: due uomini, all’epoca trentenni, quel pomeriggio si sarebbero scontrati con il motorino guidato dal tunisino. Dopo l’incidente, però, i due non solo non si sarebbero fermati a prestare soccorso, ma lo avrebbero addirittura picchiato, mentre giaceva sull’asfalto, con una spranga di ferro prelevata dall’auto, insultandolo con frasi razziste: “Dovete sparire tutti da qui”, “Adesso alzi il culo e te ne vai via di qui”, “Torna al tuo paese, qui non ti vuole nessuno”. Frasi accompagnate da sprangate che avrebbero provocato a Willy alcune fratture e un trauma cranico, con prognosi di 35 giorni.

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Il processo

I due uomini, nel 2017, sono stati rinviati a giudizio, per poi essere assolti “perché il fatto non sussiste” a settembre 2018. Durante il dibattimento, infatti, non è stato possibile raccogliere abbastanza prove e Willy, di fronte ai giudici del Tribunale di Milano, sarebbe apparso inattendibile: il pizzaiolo, infatti, ha mostrato di non ricordare nulla di quanto accaduto il giorno dei fatti e di non ricordare nemmeno il fatto di essere stato preso a sprangate, contraddicendosi più volte, parlando prima di una spranga di ferro e poi di una mazza da baseball. Le dichiarazioni del tunisino, quindi, sono apparse a tratti inverosimili, generiche e, in alcuni casi, anche in contrasto con altri fatti accertati. Nonostante quindi sia sicuro che Willy abbia avuto l’incidente e abbia riportato le lesioni documentate nei certificati medici, le sue dichiarazioni lo hanno reso inattendibile agli occhi dei giudici che hanno deciso di assolvere i due imputati.