A Cuggiono, nel Milanese, i Rom cacciano non vogliono controlli e cacciano i tecnici del Comune. Una zona franca di fianco alla villa bunker del boss della ‘ndrangheta

29 MAGGIO 2018

di Vanessa Valvo

CUGGIONO (MILANO) – Se i residenti vi dimorino in maniera regolare o meno è difficile da capire e forse non si saprà mai, dato che le autorità che dovrebbero constatarlo hanno persino paura a entrare. O meglio, ci hanno provato tempo fa i dipendenti dell’ufficio tecnico del Comune a oltrepassare le reti e i cancelli che cingono le cosiddette ‘case degli zingari’ di via Cicogna, a Cuggiono, nel Milanese, ma sono stati respinti in malo modo. E così, per non mettere a rischio la propria incolumità, sono scappati senza più mettervi piede.

Zona franca

Iil Comune dovrebbe avere risposte precise sulle casette di legno e sulle roulotte permanenti sul terreno, ma nessuno è stato in grado finora né di accertare la situazione del campo nomadi né di avere i documenti. Neanche all’ex sindaco Flavio Polloni (che governò Cuggiono dal 2012 al 2017) tali risposte erano state date, quando con la sua passata amministrazione cercò di fare chiarezza sulla situazione di quell’area, dove vivono famiglie di Rom con permesso di soggiorno ma senza cittadinanza, proprio al confine con la villa bunker di Sabatino Di Grillo, il boss della ‘ndrangheta condannato a 10 anni e 10 mesi, tuttora in carcere. Ma quella abitata dai Rom è una zona franca: loro, gli ‘zingari’, non hanno un lavoro ufficiale e non permettono a nessuno di entrare nei loro terre.

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Il giallo della cittadinanza

Hanno provato, i Rom, ripetutamente a richiedere la cittadinanza. “Non è stata mai possibile concedergliela ovviamente – riflette l’ex sindaco Polloni – perché non hanno mai fornito le informazioni previste per legge per aprire la pratica. Di certo l’ufficio tecnico non ha gli strumenti per poter accedere: da dipendenti ed ex dirigenti le risposte che a suo tempo abbiamo cercato di ottenere sono sempre state vaghe, poco chiare. Una parte delle residenze deve essere stata condonata, secondo quanto riportato da qualche documento d’archivio che è stato possibile rintracciare. Ma i rilievi sul campo non sono stati effettuati con precisione. Alcuni servizi, però, non sono mai stati negati, non per avvallare una situazione al limite, ma perché la presenza di minori, che non hanno colpe, l’ha sempre imposto anche dal punto di vista morale”. I giovani che ogni tanto dalla fitta siepe si scorgono giocare nel cortile vanno a scuola. E di fronte alla casetta di legno, accanto a qualche roulotte rimasta, ci sono anche i bidoni dell’immondizia per la raccolta differenziata, che viene ritirata regolarmente.

Futuro incerto

Dopo anni di amministrazioni di colore diverso che si sono succedute, contribuendo di fatto a rendere questa parte di Cuggiono una zona a elevata impunità, la situazione è sempre la stessa:  segnalazioni di attività illecite in abbondanza e zero controlli. Ora il testimone è passato alla giunta di centrodestra, guidata dalla leghista Maria Teresa Perletti. La Lega, a parole, vuole riportare ordine e legalità. Nei fatti, dopo un anno, non è ancora riuscita a fare nulla.