Imprenditore di Vittuone, nel Milanese, inviava pizzini ai figli, ma era intercettato. Il Gip: “Violazione delle prescrizioni”

di Alessandro Boldrini

22 DICEMBRE 2019

VITTUONE (MILANO) – “Sì, è stato molto carino per l’amor di Dio, ma… una cosa così lo potrebbe mandar dentro di corsa eh…”. Col senno di poi suonano quasi profetiche le parole dell’ex moglie dell’imprenditore di Vittuone Giorgio Gnoli, 62 anni, amministratore occulto della società consortile Ageas, finito ai domiciliari lo scorso 19 novembre con l’accusa di istigazione alla corruzione nei confronti dell’ex Dg dell’Ortomercato di Milano Stefano Zani.

La decisione del gip

Nei giorni scorsi, come riportato da Luigi Ferrarella sul Corsera, il gip Carlo Ottone de Marchi (che a novembre non aveva accolto la richiesta di custodia in carcere formulata dalla pm Cristiana Roveda) ha infatti disposto l’aggravamento della misura cautelare nei confronti dell’imprenditore vittuonese, finito ora in carcere per una “conclamata” e “grave violazione delle prescrizioni”. Gnoli avrebbe infatti cercato di comunicare con i familiari attraverso un bigliettino scritto di suo pugno e recapitato – di nascosto – al di fuori della sua abitazione con la presunta complicità di parenti e collaboratori.

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I ‘pizzini’

Una sorta di pizzino, insomma, per ammonire i figli: “Edoardo e Ambrogio, dall’inizio del 2018 avete il cellulare intercettato e cimici sulle auto. Anche quando non parlate al cellulare, ascoltano tutto ciò che dite attraverso il microfono del cellulare e funziona benissimo. Per la sola vicenda Sogemi (la società che gestisce l’Ortomercato, ndr), e speriamo che si fermi qui, sto leggendo 13 faldoni di documenti, 10.000 pagine…”. Bigliettino che è stato però intercettato dagli inquirenti guidati dalla pm Roveda, la quale – anche dopo l’esecuzione delle misure cautelari – aveva chiesto e ottenuto nuove intercettazioni a differente titolo. Ed è proprio grazie a queste ambientali che gli agenti della Squadra Mobile hanno captato alcune frasi ambigue e le confidenze tra i figli.

Pericolo di reiterazione del reato

Condotte che, per il gip, costituiscono una “violazione posta in essere da Gnoli”, da cui si evince “la totale inadeguatezza degli arresti domiciliari a contenere le esigenze cautelari e rende particolarmente elevato il pericolo che dal proprio domicilio, avvalendosi anche dell’ausilio di terzi compiacenti, possa continuare a occuparsi della gestione del consorzio Ageas e reiterare altri gravi reati analoghi a quelli per i quali si procede”.