Il 67enne di Castano Primo, nel Milanese, era agli arresti: attenderà il processo da uomo libero.

30 DICEMBRE 2019

di Vanessa Valvo

CASTANO PRIMO (MILANO) – Torna libero Aldo Picozzi, il castanese coinvolto nell’inchiesta Achei, coordinata dalla procura di Crotone, per i reati contro il patrimonio archeologico statale.

L’inchiesta

Tra settembre e novembre i carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno effettuato circa 80 perquisizioni tra l’Italia e l’estero alla ricerca di reperti archeologici trafugati: 2 persone erano finite in carcere e 23 agli arresti domiciliari.

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La decisione del Tribunale

Tra le persone ai domiciliari c’era anche Picozzi, tornato libero il 20 dicembre. Il Tribunale del Riesame di Catanzaro, infatti, ha accolto la richiesta dei difensori del 67enne. Picozzi potrà attendere il processo da uomo libero, e non rinchiuso tra le pareti domestiche. Incredulità era stata la prima reazione dei cittadini castanesi alla notizia del coinvolgimento di Picozzi, molto conosciuto in paese, in una holding criminale ben organizzata, che si occupava di recuperare clandestinamente e in maniera illecita reperti pregiati del patrimonio artistico italiano presso siti archeologia calabresi, per poi cercare di rivendere le antichità anche all’estero.

Il ruolo di Picozzi

Secondo le intercettazioni prodotte dagli inquirenti, Picozzi avrebbe giocato un ruolo principe nelle trattative di rivendita degli oggetti, ma sul suo vero grado di responsabilità sarà prossimamente un giudice a deliberare. Le indagini erano partite nel 2017 e hanno richiesto la collaborazione di Europol ed Eurojust, oltre all’impegno di 350 uomini tra i diversi comandi provinciali italiani e stranieri. I pezzi unici recuperati risalgono ai secoli prima della nascita di Cristo, per un valore di svariati milioni di euro.