La partita di basket della domenica pomeriggio rischia di trasformarsi in rissa: la denuncia di un 30enne di Vighignolo, nel Milanese, costretto a chiamare i Carabinieri

5 OTTOBRE 2017

di Francesca Ceriani

VIGHIGNOLO (MILANO) – “Racconti di una tranquilla domenica italiana – inizia così la spiegazione di S.B., 30enne di Vighignolo, frazione di Settimo Milanese di circa 2.000 abitanti, alle porte di Milano – Approfittando del pomeriggio mite, sono andato al campo da basket sotto casa a fare due tiri, ma ho trovato il solito gruppo di bambini che giocava a calcio, con due padri nelle rispettive ‘porte’ (i sostegni dei due canestri)”. Il ragazzo, quindi, non potendo usare il campetto, ha chiesto cortesemente ai genitori di spostarsi nella zona di fianco a quella per la pallacanestro, adibita appositamente al calcio. E, a quel punto, è scoppiato il caos.

I fatti

“Sentendo la mia richiesta, i padri si sono parecchio innervositi e sono stato aggredito verbalmente dall’intero gruppo dei genitori, madri incluse, che mi accusavano di aver fatto spostare i bambini. Se qualcuno del gruppo non l’avesse trattenuto, un papà stava anche per mettermi le mani addosso”. Ma quello che più sorprende è la reazione dei giovani calciatori che, con tutta la tranquillità del mondo, dicevano, come riportato dal 30enne: “Papà, ci possiamo spostare dall’altra parte!”, dato che di fianco c’era uno spazio vuoto, e più in là un bel campo da calcio, altrettanto vuoto.

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L’intervento dei Carabinieri

Dopo l’aggressione il ragazzo ha deciso di chiamare i Carabinieri. “Quando sono arrivati – continua – padri e madri si sono affollati intorno a me continuando a minacciarmi. I Carabinieri, dopo aver preso i dati personali delle persone di fianco a me, hanno dato un’occhiata in giro e mi hanno detto: ‘Ma lei ha delle lesioni?’ ‘No!’ ‘E allora cosa vuole? Se ne torni a casa!’”. Il ragazzo, a quel punto, ha risposto a tono ai Carabinieri: “Quindi, se mi avessero sparato addosso senza uccidermi, sarebbe stato comunque tutto a posto, giusto?”. E in effetti, la frase infelice degli agenti, lascia pensare che i prepotenti possano continuare a spadroneggiare. Tanto, se nessuno si fa male, va bene così. Non solo: nessuno ha informato il ragazzo del suo diritto di poter sporgere denuncia. Gli agenti, infatti, non avrebbero potuto agire diversamente, domenica scorsa. Ma avrebbero dovuto dire al giovane che l’unica azione da intraprendere per poter procedere, era sporgere denuncia.