La sera di Pasqua, a Vittuone nel Milanese, due uomini sparano contro la vetrina di un negozio pakistano: l’ombra della mafia cinese. I gestori abbassano la serranda
4 LUGLIO 2018
VITTUONE (MILANO) – Chiude il negozio di pakistani, di via Vittorio Veneto, contro cui due uomini in motorino avevano sparato la sera di Pasqua, il primo aprile scorso. A parlare è uno dei proprietari, che la sera della sparatoria era presente sul posto: “Mia mamma, che vive in Pakistan, continuava a dirmi di chiudere. Nemmeno mio cugino, con cui avevo il negozio, voleva stare aperto. Abbiamo deciso di chiudere per paura: temevamo che potesse succedere di nuovo qualcosa. Ho perso tutto, ma fa niente”.
Le indagini vanno a rilento
Le indagini, intanto, dopo tre mesi, sono ancora ferme al palo: i responsabili dei cinque colpi sparati contro la vetrina dell’esercizio commerciale (al cui interno, in quel momento, si trovava un uomo) non sono ancora stati individuati dagli agenti.
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L’ombra della mafia cinese
La pista seguita in un primo momento sembrava essere quella della mafia cinese; da subito il proprietario aveva avvisato gli agenti di aver aiutato un amico a ribellarsi, tramite i sindacati, contro il suo capo, di nazionalità cinese, che non lo pagava da tempo. Dopo quel gesto il suo amico era stato minacciato: “Ammazziamo te e chi ti ha aiutato”, avrebbero detto i cinesi, riferendosi anche al proprietario del negozio pakistano in via Veneto. Ancora una volta, a vincere, non è stato chi è dalla parte del giusto, ma solo il più forte.