Un sacco con 30.000 euro lanciato nei boschi alla vista dei Carabinieri. I militari fermano due uomini e sono convinto che quel denaro servisse per comprare droga. Ma gli stupefacenti non si trovano. Inutili le perquisizioni

di Francesco Colombo

CUGGIONO (MILANO) – Una presunta compravendita di sostanze stupefacenti, i Carabinieri che arrivano sul posto, le mazzette di soldi lanciate nella siepe e la droga che non si trova. Sono gli ingredienti perfetti del mistero di Castelletto di Cuggiono, di cui le forze dell’ordine non sono ancora riuscite a venire a capo.

Due sospetti

E’ domenica 15 maggio, in via Molinetto a Castelletto di Cuggiono. Verso le 18 due Carabinieri della locale stazione, impegnati in un servizio di pattugliamento e controllo del territorio, notano qualcosa di sospetto. Una Volvo azzurra è parcheggiata al lato della strada: alla guida c’è un 22enne albanese, che viene quasi subito raggiunto da un altro 53enne. Quest’ultimo, però, appena si accorge della presenza dei Carabinieri, lancia un sacco della spazzatura nella siepe al lato della strada.

Sacco con 30.000 euro

Immediatamente scatta il fermo dei militari e la successiva perquisizione: nel sacchetto nero dell’immondizia i militari trovano 30.000 euro in contanti, divisi in due mazzette avvolte da carta di giornale. Sono tanti soldi: i due albanesi devono spiegare ai Carabinieri la provenienza di tutto quel denaro, ma non ci riescono, oppure non vogliono. Fatto sta che gli uomini in divisa, di fronte agli elementi raccolti e al denaro recuperato, sono convinti di aver appena bloccato una compravendita di droga.

La perquisizione

Procedono quindi alla perquisizione sul posto, controllano auto e passano al tappeto ogni centimetro della siepe al ciglio della strada. Con grande sorpresa e stupore, i Carabinieri non trovano nulla. Della droga non c’è traccia. Sparita. O, forse, mai esistita. Ma allora da dove proviene e a chi è destinato quel sacco con 30.000 euro in contanti?

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Ricettazione

I due albanesi, denunciati a piede libero, per ora devono rispondere del reato di ricettazione: “Chiunque – recita il codice penale – impiega denaro in attività economiche o finanziarie denaro proveniente da un delitto è unito con la reclusione da 4 a 12 anni”. Dovranno quindi spiegare ai magistrati perché erano in possesso di quei soldi e cosa volevano comprare. Di sicuro, però, su questa storia si stagliano le ombre e certo alone di mistero.