“Mio padre votava Berlusconi, ma si è fatto vecchio aspettando la rivoluzione liberale, che non è mai arrivata”. Il candidato premier del Movimento 5 Stelle ridicolizza Silvio e annuncia il suo programma da Milano: abolizione ‘jobs act’, ‘legge Fornero’ e ‘buona scuola’

27 NOVEMBRE 2017

di Alessandro Boldrini

MILANO – Abolire subito ‘Jobs Act’, legge ‘Fornero’ e ‘Buona Scuola’: è questa la promessa lanciata da Luigi Di Maio, candidato premier del Movimento 5 Stelle, sabato 25 novembre dal palco dei Magazzini Generali a Milano, in occasione della manifestazione #OpenDayRousseau. Il leader pentastellato ha ribadito la ferma volontà, in caso di trionfo elettorale, del Movimento di migliorare la qualità della vita dei cittadini italiani, per poter finalmente “ricominciare a vivere, anziché sopravvivere” e di creare soprattutto un Paese che sia “a misura di famiglie”. “L’Italia – spiega Di Maio – è all’ultimo posto in Europa per nascite. Non perché nel nostro Paese non ci sia la volontà di procreare, ma perché non ci sono garanzie e manca la possibilità di assicurare un futuro a un bambino che nasce”. Il modello da guardare, secondo il leader ‘grillino’, è la Francia, seconda in Europa per tasso di natalità, per via delle importanti politiche di aiuto alle famiglie fatte negli ultimi anni, ed è per questo che “prenderemo ispirazione dal modello francese e lo applicheremo qui in Italia, per rilanciare la crescita demografica del nostro Paese”, assicura Di Maio.

Tasse e debito pubblico

Oltre alle politiche sociali, però, il candidato premier del M5S ha sottolineato la necessità di interventi nel settore del lavoro e dell’imprenditoria, per garantire anche la ripresa economica dell’Italia, dopo oltre 10 anni di crisi. “Per poter rilanciare il ‘made in Italy’ nel mondo, è necessario abbassare le tasse alle imprese e il costo del lavoro. Per farlo è necessario sfruttare i ‘deficit’, proprio sulla scorta del modello statunitense, che in 4 anni permette non solo di ripagare il debito, ma addirittura di finanziare in maniera strutturale tutta la misura”.

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Manovra economica ‘choc’

Il punto di partenza è dunque, secondo il leader del M5S, l’investimento in politiche di aiuto economico dirette alle imprese e ai lavoratori, in grado di far crescere l’economia italiana. Paesi come la Spagna e la Francia, infatti, sforano ogni anno il tetto imposto dalle normative europee proprio perché investono in politiche di questo tipo, mentre l’Italia nonostante “rimanga sempre nei parametri europei, vede sempre aumentare il suo debito”. Di Maio ha poi chiarito le intenzioni del M5S, annunciando “una grande manovra ‘choc’ economica finanziata in deficit per qualche anno, in grado di rilanciare le imprese e le assunzioni”.

L’ottimismo

Il leader pentastellato si è poi soffermato sulle probabilità di successo del Movimento 5 Stelle alle elezioni politiche del prossimo 4 marzo, commentando anche i recenti risultati elettorali che hanno confermato il Movimento come prima forza politica del Paese e lanciando un monito alle centinaia di sostenitori ai piedi del palco. “Va ricordato che nel 2012 in Sicilia abbiamo ottenuto il 18 per cento dei voti e dopo 4 mesi, alle politiche, oltre il 30 per cento. Questa volta abbiamo preso il 35 per cento alle Regionali, immaginate la proiezione tra qualche mese”.

Gli avversari

Non sono poi mancate le critiche ai diretti concorrenti: Silvio Berlusconi, “che è incandidabile” e Matteo Renzi, “che dopo la batosta in Sicilia non è più neanche sicuro di essere il candidato del centrosinistra”, commenta Di Maio. “Io mi impegnerò a formare una squadra di governo – assicura il candidaro premier ‘grillino’ – già nei prossimi mesi, perché è giusto che gli italiani, quando votano, sappiano quali volti troveranno a Palazzo Chigi e nei ministeri chiave. Questo significa anche che non avrete sorprese: non rischiate, votando centrodestra, di trovarvi Renzi al governo”.

La legge elettorale

Critiche rivolte, infine, anche alla legge elettorale (il ‘Rosatellum bis’, ndr), “fatta apposta per permettere l’inciucio tra Forza Italia e Pd e danneggiarci”, ma che ha finito per “danneggiare i vecchi partiti, rendendoci l’unica forza politica in grado di assicurare stabilità al Paese”. Sui cori e gli incitamenti dei numerosi cittadini accorsi il leader pentastellato ha quindi annunciato che il Movimento “sarà il perno della XVIII Legislatura della Repubblica, e l’unico in grado di chiedere l’incarico di governare il Paese e la fiducia alle Camere sui temi del proprio programma e non sullo scambio di poltrone”.