La democrazia è soprattutto accettare le sconfitte, invece l’ex sindaco di Sedriano, Angelo Cipriani, offende
SEDRIANO (MILANO) – L’ex sindaco di Sedriano, Angelo Cipriani (primo sindaco del Movimento 5 stelle della Lombardia) annuncia il suo addio alla vita politica con un luogo sfogo pubblico (si è dimesso da consigliere comunale). Un mix di buone intenzioni, luoghi comuni e piagnistei.
Le dimissioni di Angelo Cipriani
In alcuni passaggi è persino imbarazzante, come quando scrive: “Mi dispiace per i bambini di Sedriano, che a ogni incontro per strada mi sorridevano e salutavano”. Oppure quando si rivolge ai sedrianesi con un chilo di pàthos: “Vi ho dato la cosa più importante che ognuno di noi ha: il tempo! L’ho dato a voi, sottraendolo agli amici, alle mie passioni”. Più dozzinale il passaggio sull’analisi politica del voto, da far invidia a un populista sudamericano: “Ho deciso di dimettermi perché, in fondo, la politica (a Sedriano) è per le persone distaccate, quelle che fanno il compitino, che parlano di cambiamento ma poi non cambia niente, quelle che in campagna elettorale fanno delle promesse e sistematicamente le disattendono”. Segue il solito ritornello: Marco Re e Alfredo Celeste “sono le due facce della stessa medaglia” e l’immancabile “Se qualcuno vuole cambiare con coraggio e determinazione, lo mandiamo a casa”.
Cipriani: “Vivo quel risultato come un tradimento”
Eccoci al punto. Finalmente, dopo una paginata di retorica insopportabile e italiano zoppicante, Cipriani ammette la verità. “Vivo quel risultato inaspettato (la sconfitta dell’anno scorso alle Comunali, ndr), come un tradimento, una coltellata alla schiena, una delusione. Ho provato a metabolizzare, ma fa ancora male”. A parte il fatto che il risultato era “inaspettato” solo per lui, qui emerge la bizzarra concezione della democrazia secondo Cipriani: se il popolo mi vota, allora è saggio e intelligente; se invece preferisce votare un altro, allora è vigliacco e traditore. Quindi, io me ne vado. C’è da restare allibiti di fronte a tanta supponenza. Ma non stupiti: in tutti questi anni Cipriani non ha saputo accettare neppure la più benevola delle critiche, si è permesso di mettere in discussione la libertà di stampa, la capacità dei giornalisti, il diritto dei cittadini a esprimere un’opinione diversa dalla sua. E ora, visto che ha perso, offende gli elettori, se ne va e sbatte anche la porta. Faccia pure. Come sindaco e come politico è stato una meteora. Nessuno sentirà la sua mancanza.
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