I poliziotti entrano in un seminterrato di Milano e scoprono una maxi serra per la coltivazione di marijuana. I responsabili: “Abbiamo imparato tutto su internet”

14 APRILE 2020

di Redazione

SEDRIANO (MILANO) – Per arrivare a quella montagna di marijuana hanno dovuto chiamare i Vigili del fuoco e sfondare la porta, dopo aver ottenuto l’autorizzazione dal magistrato di turno. E’ successo intorno alle 20 del sabato di Pasqua.

La droga

Ma una volta all’interno di quel seminterrato i poliziotti milanesi del Commissariato Greco-Turro, trovano una mega serra per la coltivazione di marijuana. Alla fine sequestreranno 467 piantine di erba ancora verde, 9 chili e 2 etti di sostanza pronta per essere imbustata, 1 chilo e 400 grammi prono per essere venduto.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

Tre arresti

Tra brandine, materassi gonfiabili, cibo in scatola e bottiglie di vodka, i poliziotti si accorgono che, nella serra, oltre all’ingente quantitativo di marijuana, c’è pura una piccola cucina e una stanza. E proprio lì, nascosti e in silenzio durante la perquisizione, stavano i 3 gestori di questa illecita attività: Lorenzo F. (31 anni, di Sedriano), Mario T. (27 anni, di Taranto) e Antonio G. (34 anni, di Francavilla Fontana).

Tutto su internet

Incensurati, i 3 giovani non hanno detto molto ai poliziotti, se non di aver da poco iniziato l’illecito commercio di marijuana e di aver imparato su internet come fare. A giudicare dalle apparenze, devono averlo imparato bene, perché la serra si presentava allestita di tutto punto: 46 lampade30 ventilatori, termostati e impianto di aerazione. Ciliegina sulla torta, un regolare contratto d’affitto per la coltivazione diretta.

Il processo

I 3 responsabili dell’illecita coltivazione di marijuana, dopo aver passato la notte in Commissariato, sono stati processati con rito direttissimo in video-conferenza, per via delle nuove disposizioni nel contrasto al Coronavirus. Ognuno di loro, adesso, si trova ora agli arresti domiciliari.