Duro colpo al traffico di droga nei boschi dell’Altomilanese: 33 persone raggiunte da misure di custodia cautelare. L’uomo avrà l’obbligo di dimora in un’abitazione di Bernate Ticino.
CUGGIONO-BERNATE TICINO (MILANO) – Droga, c’è anche un 43enne di Cuggiono nella maxi operazione anti spaccio della Procura di Pavia che ha smantellato un ingente traffico di droga nei boschi del territorio dell’Altomilanese e del pavese.
Droga, smantellato traffico di stupefacenti
L’uomo, un bernatese formalmente domiciliato a Cuggiono, è accusato di concorso in traffico di sostanze stupefacenti assieme a 5 nordafricani ed è stato raggiunto dalla misura dell’obbligo di dimora in un’abitazione a Bernate Ticino. Il 43enne, dall’ottobre 2021 fino ad oggi, avrebbe aiutato il ‘sodalizio’ a spacciare “ingenti quantitativi di cocaina ed eroina” attraverso la “messa a disposizione di edifici nella sua disponibilità”. Non solo: secondo gli inquirenti, il bernatese domiciliato a Cuggiono si sarebbe anche intestato una Fiat punto utilizzata dai marocchini per il trasferimento della droga e, inoltre, avrebbe dato “manforte al sodalizio spacciando per loro nei boschi di Cuggiono quando i 5 marocchini erano assenti”.
Fiumi di droga: eroina e cocaina
Fa riflettere che il baricentro dei fornitori fossero proprio i boschi di Cuggiono, da cui – stando alle risultanze investigative – partivano consistenti quantitativi di cocaina ed eroina destinate allo spaccio vigevanese. Perquisita anche un’abitazione di Cuggiono dove il 43enne risultava essere formalmente domiciliato.
33 indagati raggiunti da misure restrittive
L’inchiesta, in ogni caso, è molto ampia. Sono infatti 33 le persone raggiunte da misure di custodia cautelare: tra di loro c’è appunto il 43enne bernatese-cuggionese, che dovrà rispettare l’obbligo di dimora in un’abitazione di Casate e moltissimi cittadini marocchini. Filtra prudenza, per ora, dalla difesa del 43enne cuggionese. L’uomo, difeso dall’avvocato Roberto Grittini di Abbiategrasso, per ora è ‘solo’ indagato: si vedrà se l’impianto accusatorio costruito dalla Procura reggerà in giudizio e se si aprirà un processo.
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Parla la difesa
“Accuse tutte da dimostrare”, commenta in poche parole il legale dell’uomo, lasciando intravedere e immaginare una linea difensiva che punterà a smontare una per una le ipotesi di reate avanzate dai pubblici ministeri. Si vedrà, in buona sostanza, se i capi di imputazione resisteranno al vaglio dei giudici o se, invece, l’inchiesta sarà destinata a sgonfiarsi sotto i colpi delle difese.