A Legnano nel Milanese e Somma Lombardo nel Varesotto i Carabinieri ha rivenuto una parte del ‘tesoro’ dei trafficanti arrestati nell’Operazione Boxes, un gigantesco giro di cocaina lungo l’asse Novara-Legnano

1 GIUGNO 2020

di Ersilio Mattioni

LEGNANO (MILANO) – Patrimoni nascosti, banche e cassette di sicurezza. E’ la fase 2 dell’indagine Boxes, condotta dai Carabinieri di Legnano su più gruppi criminali dediti al traffico di droga lungo l’asse Novara-Legnano, passando per Turbigo, Busto Garolfo, Villa Cortese, Gorla Maggiore e Busto Arsizio.

Gli arresti

Lo scorso 6 maggio i Carabinieri avevano arrestato 15 persone e ne avevano denunciate altre 3, in esecuzione dell’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari di Busto Arsizio, Nicoletta Guerrero, su richiesta del Pubblico ministero, Martina Melita.

Sostieni la Libera Informazione


Sul nostro giornale on line trovi l’informazione libera e coraggiosa, perché noi non abbiamo padroni e non riceviamo finanziamenti pubblici. Da sempre, viviamo soltanto grazie ai nostri lettori e ai nostri inserzionisti. Noi vi offriamo un’informazione libera e gratuita. Voi, se potete, dateci un piccolo aiuto.

La droga

Nel corso dell’indagine gli inquirenti avevano individuato i luoghi e i momenti in cui avvenivano le cessioni di stupefacenti, con il sequestro di 15 chili di cocaina purissima, che stava per essere immessa sul mercato.

I soldi

Nel complesso delle attività investigative erano state arrestate 25 persone e sequestrate somme di denaro in contante per un totale di oltre 400.000 euro alle varie compagini criminali.

La divisione del bottino

Il bottino era così suddiviso: 105.000 al gruppo facente capo al Gigante, cittadino albanese residente a Bellinzago Novarese (leggi anche: Il patto italo-albenese per gestire il traffico)

Il resto del denaro

120.000 in contanti sono stati sequestrati al Mulo, trafficante di Turbigo, 60.000 euro al Professore, 46enne di Gorla Maggiore (Varese) ed altri 105.000 euro sequestrati, a più riprese, al gruppo facente capo a Kojak, 33enne di Legnano.

La cassaforte

I Carabinieri avevano già sequestrato una parte del tesoro di Kojak (30.000 euro circa) la notte dell’arresto in casa sua, ben nascosto dentro una cassaforte.

Il tesoro in banca

Nella prosecuzione dell’indagine, l’attenzione dei Carabinieri si è concentrata sui patrimoni accumulati dai criminali. Questi sono gli esiti dei primi accertamenti bancari effettuati: 3 cassette di sicurezza sono state perquisite e sequestrate.

Kojak e D’Artagnan

Le cassette sono state ricondotte al gruppo criminale del legnanese Kojak, che custodiva altro denaro in 2 banche distinte: una a Legnano e una a Somma Lombardo. Entrambe le cassette erano intestate al 57enne di Sassari, nome in codice D’Artagnan, padre di Kojak.

Le mazzette segnate

Venivano così scoperti ulteriori 212.000 euro in contanti, 40 mazzette singole da 5.000 euro e un’ultima da 12.000 euro. Ogni singola mazzetta da 5.000 euro era sigillata in involucri di cellophane trasparente con il numero 5, mentre su quella da 12.000 euro c’era il numero 12 ed una R.

“Risparmi di una vita”

Secondo D’Artagnan questi soldi sarebbero “i risparmi di una vita”. Così il presunto criminale si è difeso, quando le Forze dell’ordine hanno trovato il suo tesoro. Una tesi alla quale, ovviamente, i Carabinieri non credono.