Nelle campagne di Morimondo e Bubbiano, nel Milanese, i Carabinieri di Abbiategrasso scoprono un giro di spaccio e sgominano una banda di immigrati

22 MARZO 2018

di Martina Salasso

MORIMONDO (MILANO) –  Le indagini sono iniziate a settembre del 2017 e sarebbero dovute proseguire ancora per qualche tempo. Ma la scorsa settimana è emerso un pericolo di fuga, così i Carabinieri di Abbiategrasso sono entrati in azione e hanno sgominato una banda di marocchini che, da circa due anni, gestiva un giro di spaccio nella campagne di Bubbiano, Morimondo e Rosate, nei boschi del Parco del Ticino. Un’attività che avrebbe fruttato all’incirca 5.000 euro a settimana e che avrebbe portato alla banda un introito di oltre 520.000 euro.

La banda

Vivevano in un condominio a Milano i componenti della banda che gestiva un giro di spaccio nelle campagne del Milanese, rifornendo circa 50 tossicodipendenti al giorno con dosi di cocaina, hashish ed eroina. Ma qual è il profilo di questi spacciatori? Sei di loro sono di origine marocchina (si pensa imparentati tra di loro) e un complice ucraino che faceva da autista, tutti uomini di età compresa tra i 22 e i 40 anni. Di loro, nonostante nessuno avesse precedenti penali, solo uno aveva il permesso di soggiorno in regola. I Carabinieri, anche grazie alla segnalazione dei residenti della zona, da tempo tenevano d’occhio quel gruppo che prendeva accordi con i clienti via telefono e fissavano i dovuti incontri, mentre alcuni facevano da vedetta.

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L’operazione dei Carabinieri

Il possibile pericolo di fuga ha fatto scattare l’operazione delle forze dell’ordine, che ha portato all’arresto tutti i componenti della banda: 5 di loro si trovavano all’interno del loro appartamento, a Milano (ora in carcere a San Vittore) mentre l’ucraino, che risiedeva a Rosate e un altro complice, che viveva a Pioltello, sono stati sorpresi nelle loro abitazioni. Le forze dell’ordine hanno sequestrato tre auto di grossa cilindrata (due Audi A6 e una Mercedes), custodite in parcheggi privati che la banda progettava di portare con sè, a breve, nei propri paesi d’origine e ben 9 mila euro in contanti, proventi dell’attività di spaccio.