Presentati a Milano i dati sullo stato di salute dell’editoria. In Italia solo 4 persone su 10 leggono almeno un libro all’anno. Eppure la nostra editoria è la sesta nel mondo. Nel capoluogo lombardo, invece, si registra una tendenza diversa: i lettori sono il 56,6%. Analisi e numeri del mercato nazionale, il sesto del mondo

23 APRILE 2017

di Francesca Ceriani

MILANO – Sempre più spesso ormai si sente dire o si legge sui giornali che “l’editoria italiana è in crisi”, che “non legge più nessuno”. Tutto vero, almeno in parte. Vediamo allora quali sono i numeri reali di questa ‘crisi’ in Italia e analizziamo il ‘fenomeno Lombardia’, dove i dati registrano una tendenza diversa rispetto al resto del Paese.

I dati in Italia

L’editoria del Bel Paese è la sesta a livello mondiale in termini di fatturato (dietro solo a Stati Uniti, Cina, Germania, Francia e Gran Bretagna) e si colloca in ottava posizione per titoli pubblicati che, nel 2016, sono stati 63.608. I lettori italiani possono scegliere tra 906.481 titoli attualmente in commercio, sapendo che il prezzo medio di copertina alla produzione è di 18,41 euro (anche se poi il prezzo medio del venduto nel 2016, al netto di sconti e promozioni, è stato di 13,78 euro). Un dato positivo poi si registra nei titoli di cui si sono venduti i diritti all’estero: l’anno scorso sono stati 6.229, cioè il 5,3% in più rispetto agli anni precedenti; cala invece il numero di titoli di cui si sono comprati i diritti dall’estero: ‘solo’ 10.169, che significa il 4,8% in meno degli anni passati. Il ‘made in Italy’, dunque, va forte anche in questo settore.

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I lettori

Nonostante l’offerta di titoli sia smisurata, in Italia solo 4 persone su 10 leggono libri cartacei. Si stima infatti che nel 2016, i lettori dai 6 anni in su, che abbiano letto almeno un libro per motivi non strettamente scolastici o professionali, siano stati solo il 40,5% della popolazione totale. C’è poi un 10%, dai 14 anni in su, che legge e-book. Cresce infatti il numero di titoli pubblicati per supporti elettronici: l’anno scorso sono stati 74.020, tra novità e recuperi del catalogo; attualmente in Italia i titoli di e-book disponibili in commercio, in vari formati, sono circa 300 mila.

Il ‘caso Lombardia’

Analizziamo ora i dati della Lombardia, dove hanno sede ben 352 editori, che rappresentano circa il 20% di quelli attivi in tutta Italia. Nella Regione si pubblicano, tra novità e nuove edizioni, 22.292 titoli complessivi, cioè il 40% di quelli pubblicati in Italia. Il 36,9% è rappresentato da titoli di ‘varia’ (romanzi, saggistica, manualistica, illustrati ecc) mentre il 42% sono libri per bambini e ragazzi. I lettori di almeno un libro all’anno in Lombardia sono 4.894.000, cioè il 19,9% dei lettori italiani; di questi, 1.899.000 leggono da 1 a 3 libri all’anno, 2.158.000 tra i 4 e gli 11 testi all’anno, mentre ‘solo’ 837.000 sono i lettori di più di 12 libri all’anno. Si registrano poi 919.000 persone che hanno letto o scaricato un e-book negli ultimi 3 mesi.

Il fenomeno culturale a Milano

Milano si conferma essere una delle città più attive dal punto di vista culturale. I lettori di almeno un libro negli ultimi 12 mesi nel capoluogo lombardo sono stati 1.710.000, cioè il 56,6% della popolazione, registrando un 16,4% in più rispetto al dato nazionale del 40,2%. Anche il numero di lettori di 12 e più libri, a Milano, è elevato: 325.000 persone, cioè il 19% dei lettori (o l’11% della popolazione residente) a fronte del 14,2% di media nazionale. Interessanti poi i dati sulle biblioteche lombarde; fanno parte del sistema bibliotecario di Milano 26 biblioteche di pubblica lettura e 9 specialistiche. Sono 86.665 gli iscritti al sistema Bibliotecario milanese, i quali hanno a disposizione un patrimonio di 1.570.868 opere, di cui 1.382.840 per adulti, 166.121 per bambini e ragazzi e 21.907 periodici. Le librerie a Milano sono invece 130 (dato in calo rispetto agli anni scorsi) e rappresentano l’8,5% di quelle italiane. Infine qualche dato sulle università: a Milano ci sono 8 atenei, 183.000 studenti proveniente da 109 Paesi e il 6,7% degli iscritti nelle Università milanesi è straniero.

L’importanza della lettura

Gli italiani hanno sempre letto poco. Solo dopo gli anni ’60, grazie all’istruzione di massa, si era generata un’inversione di tendenza e il numero di lettori era aumentato. Ma negli anni recenti, complice anche una crisi economica che ha cambiato le abitudini e lo stile di vita di molti connazionali, i lettori sono diminuiti e l’acquisto di un libro non viene avvertita, dai più, come una priorità. Alla crisi economica va poi aggiunta quella socio-culturale che colpisce il nostro Paese, dove il livello culturale è sempre più basso. L’unica speranza, affinché si registri un’inversione di rotta, resta l’adozione di politiche di promozione culturale unitarie; innanzitutto politiche scolastiche, che educhino gli alunni alla lettura, intesa soprattutto come piacere prima ancora che come obbligo. La strada è tutta in salita, ma se riusciremo a vincere questa sfida, a trarne dei vantaggi sarà la società intera: leggere aiuta alla costruzione della personalità individuale, insegna ad approfondire e a capire meglio le situazioni che viviamo, il mondo che ci circonda.

Fonti: Ufficio studi Aie su dati Istat; Associazione italiana Biblioteche, Indagine statistica sulle biblioteche di pubblica lettura, 2014; Siae, Annuario dello spettacolo 2015 e fonti diverse.