E’ una vecchia diatriba. Nei cibi regolarmente in commercio sono contenute particelle di metalli pesanti altamente cancerogene? L’allarme di due ricercatori e la mezza smentita di Altroconsumo, che ammette la presenza dei metalli, ma chiarisce che, “entro certi limiti è da considerarsi accettabile”. Tranne che per i bambini
1 APRILE 2017
MODENA – Uno studio avrebbe dimostrato che, regolarmente in commercio, vi sono prodotti alimentari contenenti particelle di metalli pesanti e che tali particelle sarebbero altamente cancerogene. Se ne discute da anni, tra allarmismi e smentite. Una cosa vera, però, c’è: ciclicamente si svolgono ricerche sui metalli pesanti, che sono un indicatore della contaminazione ambientale, nei cibi. E si scopre che, in alcuni casi, tali sostanze nocive finiscono negli alimenti che compriamo al supermercato. Il problema, allora, diventa di altra natura. La legge italiana tollera la presenza di queste particelle nei cibi entro certi limiti, perché tali limiti non sarebbero dannosi per la saluta. Ma è davvero così?
La ricerca
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La ricerca condotta da due scienziati di Modena, Stefano Montanari e Antonietta Gatti, racconta un’altra verità: i metalli pesanti sarebbero dannosi, eccome. I due medici avrebbero dimostrato la presenza di sostanze altamente inquinanti e nocive per la salute umana, contenuti in numerosi prodotti alimentari attualmente e regolarmente venduti in Italia (ma anche nel resto del mondo). Lo studio fu portato alla ribalta da Beppe Grillo nel 2012, quando il comico girava l’Italia con i suoi spettacoli nei teatri, spesso raccontando ciò che nessun giornale aveva mai scritto.
L’allarme
Secondo i ricercatori modenesi alcuni prodotti conterrebbero particelle di metalli pesanti fortemente cancerogene, provenienti dal fumo di termovalorizzatori, nome nobile per definire gli inceneritori dei rifiuti. I due scienziati dicono di aver dimostrato che queste microparticelle potrebbero risultare ancora più pericolose delle macroparticelle dei gas di scarico delle auto, perché entrano nel nostro sangue e si annidano negli organi rimanendovi per sempre, aumentando il rischio di cancro. Subito dopo i risultati dello studio gli stessi scienziati avrebbero inviato alle aziende interessate i risultati delle loro analisi, senza però ricevere risposta.
La mezza smentita di Altroconsumo
“La notizia – si legge sul sito di Altroconsumo – risale ad alcuni anni fa. I dati erano stati poi ridimensionati in un’intervista rilasciata dall’autore della ricerca”. Ma quanto c’è di vero di tutto questo? “I metalli pesanti vengono ricercati negli alimenti, perché sono un indicatore della contaminazione ambientale. Ma, data la loro presenza nell’ambiente, la loro presenza negli alimenti – entro certi limiti – è da considerarsi accettabile”. In altre parole, la presenza di metalli pesanti negli alimenti è un fatto acclarato. Tuttavia, secondo Altroconsumo, “per alcuni metalli come il cadmio, il piombo e il mercurio, esistono limiti massimi di contaminazione previsti dalla legge. In queste condizioni, perciò, non c’è motivo di temere per la propria salute”.
Il dubbio
Altroconsumo, tuttavia, non esclude tutti i rischi e aggiunge: “Rimane il fatto che non è un problema da sottovalutare soprattutto per i bambini, dal momento che, dato il loro peso più basso, è più facile superare la soglia massima tollerabile. Dal canto nostro, effettuiamo spesso la ricerca di metalli pesanti nelle nostre inchieste sui prodotti alimentari ma, nella maggior parte dei casi, non abbiamo rilevato il superamento delle soglie previste dalla legge. Lo scorso anno siamo andati alla ricerca di arsenico nei prodotti ittici e nei prodotti a base di riso. L’abbiamo fatto in quanto la legge non prevede limiti massimi per la contaminazione da arsenico, anche se l’Europa sta lavorando per stabilire questi valori”.
La replica dei ricercatori
Montanari, interpellato a proposito dell’analisi di Altroconsumo, è stato tranchant: “Malauguratamente giornaletti come Altroconsumo si occupano di argomenti di cui non sanno nulla e, scrivendone, fanno un’opera di disinformazione dannosissima”.
L’ELENCO DEI PRODOTTI A RISCHIO
- Pandoro Motta: Alluminio, Argento
- Salatini Tiny Rold Gold (USA): Ferro, Cromo, Nichel (cioè acciaio), Alluminio
- Biscotti Offelle Bistefani: Osmio, Ferro, Zinco, Zirconio, Silicio-Titanio
- Biscotti Galletti Barilla: Titanio, Ferro, Tungsteno
- Macine Barilla: Titanio
- Granetti Barilla: Ferro, Cromo
- Nastrine Barilla: Ferro
- Biscotti Cuor Di Mela (Mulino Bianco): Ferro, Zinco, Cromo, Zirconio, Silicio, Osmio, Titanio, Alluminio, Manganese, Solfato di Bario
- Plum cake allo yogurt Giorietto Biscotti: Ferro, Cromo
- Ringo Pavesi: Ferro, Cromo, Silicio, Alluminio, Titanio
- Pane carasau (I Granai di Qui Sardegna): Ferro, Cromo
- Pane ciabatta Esselunga: Piombo, Bismuto, Alluminio
- Pane morbido a fette Barilla: Piombo, Bismuto, Alluminio
- Paneangeli Cameo: Alluminio, Silicio
- Pane Panem: Ferro, Nichel, Cobalto, Alluminio, Piombo, Bismuto, Manganese
- Cornetto Sanson (cialda): Ferro, Cromo e Nichel (cioè acciaio)
- Biscotto Marachella Sanson: Silicio, Ferro
- Omogeneizzato Manzo Plasmon: Silicio, Alluminio
- Omogeneizzato Vitello e Prosciutto Plasmon: Ferro, Solfato di Bario, Stronzio, Ferro-Cromo, Titanio
- Cacao in polvere Lindt: Ferro, Cromo, Nichel
- Tortellini Fini: Ferro, Cromo
- Hamburger McDonalds: Argento
- Mozzarella Granarolo: Ferro, Cromo, Nichel
- Chewing gum Daygum Microtech Perfetti: Silicio (cioè vetro)
- Integratore Formula 1 (pasto sostitutivo) Herbalife: Ferro, Titanio
- Integratore Formula 2 Herbalife: Ferro, Cromo
FONTI: Stefano Montanari e Antonietta Gatti – Altroconsumo