Fra 9 mesi tornano alle urne Legnano, Magenta, Abbiategrasso e Canegrate. Si vota anche a Magnago e Cuggiono. Oggi i 6 comuni sono tutti governati dal Pd, ma il vento sta cambiando: il centrodestra correrà unito, al contrario di 5 anni fa. E il Movimento 5 Stelle sta crescendo: oggi è competitivo e pronto alla sfida del governo

30 AGOSTO 2016

di Ersilio Mattioni

ALTOMILANESE – L’anno della svolta è il 2011, quando il nuovo centrosinistra – per la prima volta con una chiara caratterizzazione e, cosa assai rara, con molta disciplina – vince a Milano. Non basta al sindaco uscente, Letizia Moratti, investire milioni di euro in una campagna elettorale con molta forma e poca sostanza contro il movimentismo del ‘popolo arancione’ di Giuliano Pisapia, che accende i cuori degli elettori e cambia verso alla politica meneghina.

2012, il territorio cambia verso

I riflessi di quel successo si vedono anche da noi l’anno successivo, nel 2012. A Magenta va in scena il capolavoro politico di Paolo Razzano che trasforma il Pd in un partito per la prima volta attraente e che convince Marco Invernizzi a candidarsi sindaco, spodestando dopo dieci anni uno dei centrodestra migliori dell’Altomilanese. Stessa cosa succede nella vicina Abbiategrasso, dove Pierluigi Arrara (Pd) infligge una pesante batosta al sindaco uscente, il ‘ciellino’ Roberto Albetti; succede a Legnano, dove il Pd Alberto Centinaio manda a casa un altro primo cittadino che tentava il bis, Lorenzo Vitali (Forza Italia). A catena il copione si ripete a Canegrate, Cuggiono e Magnago. Il centrodestra è in tilt e il centrosinistra si ritrova a governare 7 città su 7, mai successo.

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2014, l’anno d’oro del Pd

Non è finita, perché passano due anni e il Pd completa la sua rivoluzione. Nel 2014 vince a Inveruno, Castano Primo e soprattutto ad Arconate, regno incontrastato di Forza Italia con Mario Mantovani, che perde il ‘suo’ comune dopo 13 anni e che, nell’ottobre 2015, verrà arrestato con le accuse di corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio. Le liste civiche di centrosinistra rischiano di vincere pure a Boffalora e Bernate, dove i sindaci uscenti se la vedono bruttissima. Al centrodestra, un tempo ‘padrone’ di un territorio sempre generoso in termini di voti, non resta quasi nulla. Resiste Marcallo con Casone, il fortino della Lega Nord.

2015, il caso Sedriano

Da primo comune lombardo sciolto per mafia a primo comune lombardo con un sindaco a 5 Stelle. Il caso Sedriano segna la prima importante inversione di tendenza. Un Pd arrogante, supponente e molto a digiuno di politica pensa di essere autosufficiente e ha già lo spumante al fresco. Si vota a novembre 2015, dopo oltre due anni di commissariamento dopo lo scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni della ‘ndrangheta. I ‘dem’ sono i vincitori annunciati, almeno per tutti quelli che deridono il sondaggio di Libera Stampa l’Altomilanese, che vede i ‘grillini’ in leggero vantaggio. Alla fine vince Angelo Cipriani e il Movimento 5 Stelle si gode un successo di misura ma senza precedenti.

2015, il caso Parabiago

Nella primavera del 2015 il centrodestra dà segnali di risveglio. Parabiago, dove Forza Italia e Lega Nord governano da 15 anni, diventa un piccolo laboratorio politico: il vicesindaco uscente Raffeale Cucchi (Carroccio) si candida sostenuto anche dagli ‘azzurri’ e da una lista civica. E vince. Anzi, stravince al primo turno con il 56,8%, mentre il Pd si ferma sotto il 35%. E’ un’inversione di tendenza, che in molti giudicano come un caso isolato, perché il partito di Matteo Renzi continua a essere nettamente il più forte

2016, il centrodestra si rialza

Passa solo un anno e il vento cambia. A Corbetta Marco Ballarini diventa sindaco con il centrodestra e senza la Lega Nord (che sfiora comunque un incredibile ballottaggio), mentre il Pd va completamente in tilt e fa una figuraccia che sarà difficile dimenticare in fretta. Stessa cosa a Nerviano, Turbigo, Vittuone e Buscate, dove il centrodestra vince senza problemi. Il centrosinistra si consola con Rho e con la piccola Robecchetto con Induno, ma il successo di Milano da solo vale partita e quello di Varese, feudo leghista da 22 anni, è impagabile. L’aria comunque è cambiata e l’Altomilanese – dove il Movimento 5 Stelle cresce ma non è ancora competitivo – si conferma terra di Lega Nord (molto) e Forza Italia (un po’ di meno).

2017, si torna alle urne

Quando mancano 10 mesi al voto, i fortini ‘dem’ del 2012 non sono più al sicuro. Innanzitutto, 5 anni fa Lega Nord e Forza Italia hanno corso divise ovunque, in virtù di un ordine impartito dall’allora segretario del Carroccio, Roberto Maroni. Stavolta invece le alleanze si possono tessere. E se il centrodestra corre unito, nell’Altomilanese è sempre competitivo, a prescindere. Inoltre, nel 2012 il Movimento 5 Stelle muoveva i suoi primi passi, mentre oggi ci sono comuni in cui i ‘grillini’ si sono strutturati e possono tentare di vincere. Infine, quel Pd ‘rottamatore’ e innovativo del 2012 è soltanto un ricordo, perché all’epoca Matteo Renzi era l’uomo della speranza, invece ora è il premier un po’ cinico e spietato che ha promesso tanto e mantenuto pochino, rompendo peraltro l’unità del centrosinistra, faticosamente riconquistata.

Il voto nelle città

“C’è grande confusione sotto il sole, la situazione è eccellente”, direbbe Mao Tze Tung. Se volessimo essere più prosaici, potremmo adottare la massima: c’è un casino che la metà basta, può succedere di tutto. E allora facciamo qualche ipotesi. A Magenta, i ‘dem’ godono di buona salute, anche se il sindaco uscente Invernizzi ha perso smalto e un po’ di consensi. Soprattutto a sinistra, dove si profila una lista civica guidata dallo psicologo Giuseppe Rescaldina. La Lega Nord, che ha come unico leader Simone Gelli, non sembra per ora in grado di trainare l’intera coalizione, mentre in molti auspicano il ritorno di Luca Del Gobbo (oggi assessore regionale Ncd). ‘Last but not least’, il Movimento 5 Stelle: il gruppo è attivo da anni e, se corresse, strapperebbe un risultato interessante. Ma i ‘grillini’ sono una solida realtà anche a Legnano e Abbiategrasso, dove i sindaci uscenti, Centinaio e Arrara, hanno governato con qualche luce e molte ombre, mentre il centrodestra sembra un po’ addormentato. A Canegrate, invece, è la Lega Nord a giocare la parte del leone contro un sindaco (Roberto Colombo, Sel) che tiene saldamente in mano le leve del potere e che lo gestisce con metodi assai vecchi. Uno sguardo, per chiudere, a Cuggiono e Magnago: nel 2012 il Pd vince con Flavio Polloni e Carla Picco, ma entrambi escono massacrati dalla prova dei fatti. Campioni di permalosità, hanno saputo risolvere pochi problemi. La loro fortuna sono gli avversari, debolissimi. La campagna elettorale, di fatto è già cominciata. Ma per ora non se n’è accorto nessuno.