Luca Del Gobbo, assessore regionale all’Innovazione, tenta il bis al Pirellone con ‘Noi con l’Italia’: “Il nostro valore aggiunto è il moderatismo”
28 FEBBRAIO 2018
Assessore Del Gobbo, innanzitutto perché ha deciso di ricandidarsi a consigliere regionale?
“Mi ricandido perché credo che il giudizio sul mio quinquennio passato al Pirellone, come consigliere, e a Palazzo Lombardia come assessore, sia stato positivo e quindi ho ritenuto giusto chiedere agli elettori il mandato per proseguire il mio impegno politico in regione”.
Che bilancio fa di questi cinque anni che si stanno concludendo?
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“Penso di aver assolto ai compiti che mi sono stati assegnati. A inizio legislatura, come consigliere semplice, mi sono impegnato a lavorare sia in commissione sia in aula per dare voce alle istanze dei cittadini, con particolare attenzione al nostro territorio. Poi, quando sono diventato capogruppo del Nuovo Centrodestra, ho cercato di, credo riuscendovi, di tenere unita la compagine consiliare, offrendo al presidente Maroni e alla sua Giunta un supporto leale e concreto: questo ha permesso di portare a conclusione importanti provvedimenti legislativi”.
Poi è stato nominato assessore all’università, alla ricerca e all’innovazione…
“Si è trattato di una sfida avvincente, alla quale penso di aver fatto fronte in modo adeguato. Voglio ricordare che il mio assessorato ha messo a punto e fatto approvare un’importantissima legge, la prima in questo settore, sulla ricerca, che ha davvero posto le basi per consolidare e rafforzare un ambito cruciale sia per lo sviluppo economico della regione sia per l’incremento dell’occupazione, con particolare riguardo ai giovani a media e alta qualificazione”.
A un anno dall’approvazione, si può già fare un bilancio di questa legge?
“Innanzitutto mi preme sottolineare come la legge sia stata approvata anche con i voti di parte dell’opposizione: questo, a mio parere, è importante, perché dimostra che su alcuni temi si può trovare una vera convergenza, pur nel rispetto dei rispettivi ruoli, tra maggioranza e opposizione. Devo poi dir che la cosa che mi rende davvero soddisfatto è costatare come la legge oggi sia pienamente operativa e questo grazie soprattutto al lavoro dei funzionari della regione: è la prova che quando politica e burocrazia lavorano insieme, si possono ottenere grandi risultati in tempi rapidi”.
Passando a temi più territoriali: come vede il futuro degli ospedali della nostra zona?
“La riforma ha compiuto alcune scelte precise: Legnano e Magenta sono i due ospedali dove si curano i malati acuti e dove si coltivano le eccellenze, mentre Abbiategrasso e Cuggiono hanno sviluppato una vocazione orientata alla cronicità e ad alcuni settori specialistici. Ritengo che sia stata una scelta giusta, perché in questo modo il territorio vede ampliata l’offerta sanitaria complessiva. Volere in ospedale in ogni angolo è una posizione, oltre che irrealistica, anche pericolosa: quello che serve sono un livello elevato delle prestazioni mediche e la possibilità per tutti di accedervi. Nella nostra zona credo che questo oggi sia un traguardo raggiunto”.
L’altro tema ‘caldo’ sul tappeto sono le infrastrutture…
“Esatto. Anche a questo abbiamo lavorato molto. La notizia di questi giorni che il Cipe (il Comitato interministeriale per la programmazione economica) ha dato il via libera alla superstrada Magenta- Abbiategrasso e alla variante di Pontenuovo è la conferma che l’impegno porta risultati. Grazie a questa infrastruttura si accorciano i tempi di collegamento tra l’aeroporto di Malpensa e tutto il Nord-Ovest Milano, con ovvie ricadute positive su tutto il tessuto economico e soprattutto sulle imprese”.
Lei è stato per dieci anni sindaco di Magenta: come interpreta le prospettive di sviluppo futuro della città?
“Io credo che Magenta trarrà grande giovamento dal futuro polo di ricerca, lo ‘Human Technopole’, che nascerà nell’area milanese. Ci saranno migliaia di posti di lavoro per i nostri giovani e opportunità per le nostre aziende. Si tratta di una sfida che dobbiamo assolutamente vincere e il mio impegno, se sarò eletto, sarà quello di far sì che queste opportunità diventino concrete. La mia città ha molte risorse, umane e imprenditoriali, e sono sicuro che sapranno trovare adeguata valorizzazione anche grazie a questo progetto che unisce pubblico e privato in una sfida davvero epocale”.
Un’ultima domanda: qual è il valore aggiunto che il suo partito ‘Noi per l’Italia’ porta alla coalizione di centrodestra guidata da Attilio Fontana?
“Semplice, è il valore del moderatismo. Oggi la nostra regione, come l’intera Italia, non ha bisogno di estremismo e di estremisti. Quello che serve sono equilibrio, competenza e tanto buon senso. Io credo che il ruolo di ‘Noi per l’italia’ sia davvero cruciale per offrire alla coalizione quell’equilibrio che deve contraddistinguere ogni serio progetto di governo”.